C’è crisi, Franceschini ladro

Vogliamo sprecare qualche minuto delle nostre vite e fare il punto sulla linea editoriale di questo sito? Si, procediamo. In queste settimane il vostro titolare riceve alcune missive di lettori perplessi. Alcuni lamentano l’eccesso di critiche al governo e la mano leggera utilizzata con l’opposizione. Anche i riscontri di consenso raccolti presso lettori e blog non di centrodestra suonano come indizi di una neppure troppo occulta intelligenza col nemico. La tesi di questi lettori (che spesso sono anche blogger) è che la continua opera demolitoria dell’azione del governo finirà col portare acqua al mulino dell’opposizione, con il grave rischio che quest’ultima possa tornare maggioranza. Premesso che questo sito sposta all’incirca un voto (quello del proprio titolare, e non sempre), l’asimmetria delle critiche è presto spiegata: serve prendersela con l’opposizione per gli atti di governo? A lume di logica, parrebbe di no. E peraltro, prendersela con questa opposizione (segnatamente col suo maggior partito) rischia di configurare il reato di vilipendio di cadavere.

Ripetete con noi: il Partito democratico è ridicolo, patetico, privo di elaborazione politica, è solo la somma di tatticismi di piccolissimo cabotaggio, ha un segretario che è solo un piccolo demagogo da oratorio. Anzi, basta con gli eufemismi: il Partito democratico è una assoluta ciofeca. Vi sentite meglio, ora? Noi pure. Dopo questa giaculatoria il prodotto interno lordo italiano vi appare in ripresa? No, vero? Esito prevedibile. Il problema è che ci sono troppi lettori-elettori che sono cresciuti avendo in testa un bipolarismo monadico, da universo chiuso. Se il Pd è una schifezza, non resta che sostenere il Pdl, senza se e senza ma. Giusto? Sbagliato. O meglio, giusto sul piano numerico e delle scelte elettorali, se guardiamo alla politica di riduzione del danno che dovrebbe caratterizzare le decisioni di voto. Questa maggioranza appare inequivocabilmente meno nociva di quella che l’ha preceduta, ma sfortunatamente appare caratterizzata da un immobilismo pericoloso e da una inclinazione alla conservazione dello status quo che non possono non preoccupare chiunque sia consapevole che, senza un rilancio della crescita, l’Italia è amabilmente fottuta, e non ci sarà nessuna narrativa da paese operoso di brava gente a tirarci fuori dal guano in cui siamo finiti da alcuni lustri. Punto. E chissenefrega del Pd. Claro?

Questo governo e questa maggioranza hanno deciso che pietrificare l’esistente rappresenta il modo migliore per andare avanti. Hanno deciso che non bisogna riformare il welfare, né le pensioni, né il mercato del lavoro. Hanno deciso che bisogna irrobustire monopoli e rendite di posizione dei concessionari pubblici, perché in questo momento serve la pace sociale. Che c’entri la pace sociale con i parassitismi non è dato sapere. Qui si sta commettendo un errore strategico che rischia di costarci molto caro. E’ sconcertante leggere, in giro per i blog di centrodestra o su Facebook, alcune difese di governo e maggioranza che fanno letteralmente a pugni con logica e buonsenso. Tutto viene condonato, giustificato, spiegato. Ieri siamo riusciti a leggere che “l’Italia è in controtendenza nell’ottimismo delle famiglie”. A questo punto vogliamo il nome dello spacciatore, perché ha roba buona e conviene fare scorta. Esiste, in parte dell’opinione pubblica del paese, una acriticità nei confronti del governo e del premier che non sapremmo dire se è frutto della pochezza dell’opposizione o dell’appartenenza a strati sociali benedetti da quelle rendite di posizione che l’esecutivo ha deciso di difendere con le unghie e con i denti. O solo di sprovvedutezza, chissà.

Chi dissente dal pericoloso immobilismo del governo viene arruolato a forza nelle fila dei “comunisti” e degli “sfascisti”. In questo paese pare esistere una forma di ipnosi collettiva che rifiuta di guardare in faccia la realtà. Siete convinti che la crisi sia psicologica? Uscite per strada e comprate! Ammesso che disponiate del potere d’acquisto per farlo. Pensate che il declino del Pil pro-capite del paese lo abbia inventato Franceschini e quei brutti comunistacci dell’Ocse, del FMI, dell’Unione Europea? Auguri. Pensate che sia un bene che i contribuenti italiani debbano pagare 4 miliardi di euro di maggiori oneri per aver “privatizzato” la propria compagnia di bandiera, sostituendo ad un quasi-monopolio pubblico un monopolio privato? Pensate sia colpa di Bersani se la pressione fiscale del paese è oggi al massimo storico? O se la società Autostrade può appaltare in-house e staccarsi da sola gli assegni di cui necessita? O se le municipalizzate restano un tetragono bastione di socialismo bipartisan? O che è colpa degli economisti se le società italiane quotate sono blindate e continuano amabilmente a farsi i cazzi propri, senza essere contendibili?

Ma che ci frega, vi sentiamo dire, mentre ammirate il poster di Hayek (Friedrich, non Salma) che avete sopra il letto o mentre invitate gli amici ad iscriversi al gruppo Facebook “Aboliamo le province“, dopo aver fatto convinta ed entusiastica campagna elettorale per il candidato leghista o pidiellino alla neocostituita provincia di Vergate sul Membro, fondamentale bastione del federalismo prossimo venturo. Ma che ci frega, tanto è colpa di Franceschini. Respingiamo le navi degli immigrati in mare, no alla società multietnica! E nello stesso momento in cui mettete al taschino la vostra pochette anti-dhimmitudine, centinaia e migliaia di clandestini stanno atterrando nei nostri aeroporti con visto turistico: pensate, molti/e di loro vengono per accudire i nostri anziani, dev’essere colpa di D’Alema. Ma cannoniera non vede, cuore non duole. E comunque deve esserci lo zampino di Prodi, in qualche modo. O del socialista Obama, quello che sta facendo con Chrysler esattamente quello che il governo italiano ha fatto con Alitalia: good company, bad company, carta vince carta perde. Noi sì che siamo diversi: finalmente abbiamo la maggioranza del fare, non quella delle beghe politiche, dei correntismi e dei comitati di affari. Giusto?

Ultima nota: poiché l’Italia è il paese di guelfi, ghibellini e fan di Guicciardini, segnatevi sull’agenda che l’autore di questo sito non ha mandanti, mai ne ha avuti né ne avrà. Viva la libertà, abbasso il socialismo. E i socialisti come Sacconi e Tremonti.

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