Oggi è dì di festa, quindi vi regaliamo un bel copiaincolla, di quelli che fanno parlare i numeri. E poiché siamo in pieno revival vernacolare, una domanda sorge spontanea: Sandro Bondi, ‘ndo c…o stai?
Vi sovvien, dice Alberto di Giussano,
«Barbarossa è stato un flop clamoroso. Al botteghino, il supposto kolossal da 10 milioni di euro ha incassato 830 mila euro. Opera di pessima fattura, portata avanti con ostentazione e presunzione dal regista, l’anticonformista Renzo Martinelli, e dai politici leghisti che lo volevano agli Oscar, al posto del bellissimo Baarìa (fatto da quel comunista di Tornatore con Medusa!).
Il film, tra l’altro, è stato realizzato grazie ai soldi di Rai Fiction (a Rai Cinema, che l’ha dovuto distribuire, c’è stato forte imbarazzo per un prodotto che di cinematografico ha solo la lunghezza) e con un sostanzioso contributo dal ministero dei Beni Culturali. Curioso: Martinelli ha sempre insultato i registi-di-sinistra-parassiti-dello-Stato. Come Brunetta, come Bondi. I quali, sugli sprechi di Martinelli, non hanno mai protestato»
Da leggere anche il resto dell’articolo, tratto da il Riformista e rilanciato dal meritorio Dago, l’albo pretorio non solo del giornalismo italiano, come ebbe a dire efficacemente Oscar Giannino, ma di un’intera “classe digerente”. Di soldi pubblici.
E sempre riguardo al pezzo e a tutte le storie di rigorosa meritocrazia in esso narrate, la chiusa s’impone. Come scriverebbero Feltri e Belpietro, la gnocca s’è destra.