Eurocrisi, a che punto siamo

Per chi ha fretta:

  • I mercati hanno preso coscienza che le misure di consolidamento fiscale che i paesi europei stanno adottando sono recessive (chi l’avrebbe mai detto, vero?), e di conseguenza stanno prezzando al ribasso gli scenari di crescita;
  • L’euro scende sia per effetto dell’incertezza sul futuro dell’Area che per le misure della Banca centrale europea, che finge di parlare di sterilizzazione ma al momento sta allegramente creando base monetaria; La Bce decide la sterilizzazione effettiva e l’euro risale lievemente, dato anche l’impressionante short sul mercato. Ma non basterà. Prossima fermata, un vero e proprio easing quantitativo;
  • Gli Stati Uniti stanno per dare l’addio all’ambizioso programma obamiano di raddoppio entro cinque anni delle esportazioni, stante l’andamento dell’euro e la più che probabile ricaduta in recessione di Eurolandia;
  • I cinesi vedono un peggioramento delle prospettive del proprio export sul mercato europeo, e rimetteranno nel cassetto l’idea di pilotare la rivalutazione dello yuan sul dollaro;

Non una prospettiva esaltante, in effetti.

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