Nella giornata di ieri si sono diffuse, ed in seguito sono state confermate, voci sulla concessione da parte della Commissione europea all’Italia della possibilità di concedere una garanzia pubblica a tutela della liquidità di banche solvibili, per importo massimo di 150 miliardi di euro e sino alla fine del 2016, ovviamente prorogabile. Intervento subordinato a condizioni di particolare turbolenza sui mercati. Questo è il minimo sindacale, previsto dalle norme europee, che il governo Renzi ha portato a casa. Non a caso non c’è stata grancassa italiana, e la notizia è stata fatta filtrare dalla Commissione ai media globali, essendo vecchia di alcuni giorni. L’occasione è stata propizia per alcuni epici svarioni della nostra vigile stampa. L’entusiasmo a volte è come la fretta: cattivo consigliere. Soprattutto quando si ha fretta di compiacere “qualcuno”.
L’intervento serve a banche solvibili, in presenza di turbolenze di mercato, e consente loro di emettere debito senior con garanzia pubblica italiana, dietro pagamento di una commissione. Lo schema è apparentemente identico a quello usato alla nascita delle LTRO della Bce, quando le banche emisero bond senior triennali con garanzia pubblica, che vennero presentati alla Bce per ottenere liquidità. Chiariamo che la misura nulla c’entra con le esigenze di ricapitalizzazione delle banche italiane, relative agli eventuali buchi di capitale che si aprirebbero in caso di cessione delle sofferenze a prezzi inferiori a quello netto di bilancio. Che poi è il punto su cui il governo si arrovella da tempo.
Che ha ottenuto, quindi, il nostro paese? Il minimo sindacale, un atto dovuto e scontato (a parte la quantificazione in 150 miliardi). Ma perché le banche dovrebbero emettere bond garantiti, se già hanno accesso alla Bce? Per una situazione di eventuale penuria di titoli stanziabili per ottenere credito dall’Eurotower. Ricordiamo che le nostre banche hanno subito un crollo della raccolta indiretta, quella a mezzo di proprie obbligazioni. In presenza di importanti deflussi di depositi, per qualsivoglia motivo, che le banche fossero costrette a fronteggiare liquidando parte del portafoglio titoli, la possibilità di emettere debito garantito dallo stato italiano ed utilizzarlo come garanzia per ottenere liquidità dalla Bce, è razionale ed opportuna. Ed infatti prevista dalle norme europee.
Al momento questo appare scenario astratto ed estremo. Di certo, sarebbe motivo di preoccupazione se singole banche italiane, fuori da un contesto di turbolenza globale, fossero costrette ad emettere bond garantiti perché hanno esaurito la dotazione di titoli stanziabili, a causa (ad esempio) di deflussi di depositi. Quindi, resta un enorme rischio stigma, per l’Italia. Invocare le garanzie pubbliche all’emissione in assenza di turbolenze esterne significa autodenunciare le proprie condizioni di fragilità, complessiva o anche solo in capo a singole banche.
Una nota a margine riguarda la reazione di alcuni organi di stampa. Come detto, queste sono misure eccezionali di sostegno della liquidità che nulla c’entrano con problemi di riduzione dello stock di sofferenze. Tuttavia, d’acchito, non tutti lo hanno capito. A parte titoli del tipo “la Commissione Ue dà ragione all’Italia”, o altre prodigiose, patriottiche e quasi etiliche interpretazioni sui social (“Il bail-in va in pensione. Bene, ma quanto hanno inciso le difficoltà delle banche tedesche?”), poi rimosse senza un mea culpa, a caldo ha dominato l’interessantissima chiave di lettura secondo cui il debito (per giunta senior) servirebbe per le ricapitalizzazioni. Non pago di questa scoperta sensazionale, il Corriere ha aggiunto il notevole concetto di “ricapitalizzazione meritevole”:
Una ricapitalizzazione con bond senior? Interessante, nuove vette giornalistiche https://t.co/8M4Ad08AZa pic.twitter.com/jU4K2DxNp9
— Mario Seminerio (@Phastidio) 30 giugno 2016
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Mentre per Repubblica il debito senior garantito andrebbe a “coprire” buona parte dello stock di sofferenze delle banche italiane, non è dato sapere come. Siamo oltre la bancarotta, diciamo. Soprattutto cognitiva ed intellettuale:
Scambiare garanzia su debito per ricapitalizzazione, avanti così https://t.co/ZSUtO8MY5o pic.twitter.com/SXp91HO4eo
— Mario Seminerio (@Phastidio) 30 giugno 2016
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Ma la palma di migliore cabarettista va, ancora una volta, a Marco Fratini del Tg La7. Non nuovo ad exploit di questo tipo, ieri il nostro si è esibito in originalissimo parallelo calcistico, visto il clima da Europei 2016:
http://tg.la7.it/embedded/tgla7?content=105371&tid=player&w=400&h=225
Meraviglioso. Ora ci manca solo lo scudo contro le cazzate giornalistiche, e siamo a cavallo. Chissà quanto costa la garanzia, però. Alla fine, possiamo sempre dilettarci con Deutsche Bank che minaccia il pianeta. E tutti a sperare di poter crepare con la sua implosione, attesa da sempre, per poter dire “visto che avevo ragione?”