Nel paese europeo col record di evasione Iva e clausole di salvaguardia da strozzo, perché non aumentare l'Iva per produrre spiccioli da redistribuire sull'Irpef?
Come si riduce lo spread? Per Innocenzo Cipolletta, basta un aumento dell'avanzo primario, da ottenere con una bella stretta fiscale. Come non averci pensato prima.
Ennesimo episodio nella triste storia del paese in cui ogni governo annuncia di aver ridotto le tasse, salvo poi scoprire che la pressione fiscale resta stabile o tende ad aumentare.
Che fare quando hai un paese che sta morendo sul piano demografico e produttivo ed il tuo schema Ponzi pensionistico ti scoppia in faccia? "Fiscalità generale", presto!
La rivalutazione delle rendite catastali, da tempo nel menù della politica, sarà il cavallo di Troia di una ulteriore patrimoniale di cui la politica ha sempre più fame?
Attendendo che il Sacro Graal della legge elettorale produca governi a prova di realtà, la reazione alla stagnazione moltiplica i suggerimenti a rinchiudere gli italiani ed i loro risparmi entro i patri confini.
Anche in Giappone, lo schema si ripete: aumento Iva che finanzia la "riffa" per chi usa la moneta di plastica. Da noi intanto tornano le fiabe su aumento Iva per (non) ridurre l'Irpef.
Dopo grandi fanfare e fanfaronate verdi ed antievasione, l'ennesima legge di bilancio sprecata ci porterà solo una gragnuola di balzelli disfunzionali, calciando la lattina delle clausole di salvaguardia.
Non per l'ambiente ma per cassa: cade la maschera della manovra "verde" che serviva solo a fare gettito. Nel frattempo, le previsioni della Commissione Ue confermano la nostra vocazione a decrescere anche con manovre espansive.