- Il fragilissimo governo di Michel Barnier deve colmare una voragine di deficit. Per la legge di bilancio 2025, una serie di ipotesi e retorica molto familiari di qua dalle Alpi;
- Nel frattempo, la Grecia si gode il momento storico;
- Divergenze tra ministri italiani sulla mutualizzazione delle risorse in Ue;
- Storia di un paese contromano in autostrada;
- Ma c’è sempre la soluzione: fine cassa integrazione, mai;
- Fortuna che nell’esecutivo c’è chi padroneggia perfettamente teoria e prassi dell’assicurazione;
- Sta prendendo corpo la bizzarra “erogazione” delle banche al governo questuante, che assembla una creatura fantastica strutturalmente temporanea;
- E non scordatevi le imposte non imposte;
- Memo per i somari stellati che hanno fatto la ola sulla revisione dei dati del Pil italiano;
- La punta dell’iceberg di carta e pixel del nostro giornalismo agonizzante;
- Generatrice casuale di frasi progressiste ad uso di reggimicrofono distratti;
- Chi sta cercando di imitare il CamaleConte, a questo giro? Io un’idea ce l’ho;
- Ennesima raccolta firme per un referendum abrogativo, con molti anni di mancato raggiungimento del quorum. Uno strumento ormai usato solo per creare miraggi di coalizioni e posture declamatorie fingendo di ricorrere alla democrazia diretta?
- Imprenditori italiani tutti casa, azienda e Zanzara;
- Italiani (all’incirca) alla conquista della Germania, verso immaginari campioni europei. Ed è subito avanspettacolo;
- Trump promette di eliminare (ma scadrà comunque tra due anni) il tetto alle deduzioni di tasse locali dalle imposte federali, da lui introdotto. E altre misure che renderebbero il sistema fiscale distorsivo;
- Il regime rianima la borsa cinese. Sotto la bolla, niente?
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