- Il cammino verso la “rinascita” della manifattura americana implica una transizione che farà male soprattutto ai consumatori, oltre che agli investitori. Si interromperà sotto il peso delle sue stesse contraddizioni e di forti tensioni sociali;
- Sempre più evidente che Trump si è messo all’angolo da solo, e non sa come uscirne;
- Ma anche la Cina soffre, pur puntando a resistere un minuto più degli americani;
- Lo scenario binario prossimo venturo, tra disoccupazione e inflazione;
- Le Pmi americane, i cui titolari spesso sono elettori entusiasti di Trump, al final countdown;
- Il rischio è quello di un fenomeno tipico dei paesi emergenti, il sudden stop;
- I prossimi libri di testo di economia spiegheranno un peculiare premio al rischio;
- Anche il progetto di demolizione del dollaro procede alacremente;
- Incapaci ma molto competenti in tecniche per favorire l’insider trading e altre porcate;
- L’assalto a Powell pare sospeso ma nell’amministrazione c’è chi sbava per prendere il suo posto;
- Fiorisce nella sinistra USA l’immagine speculare del populismo trumpiano;
- Contro i dazi americani, le case farmaceutiche battono cassa in Europa;
- Dopo l’assalto di Trump, le università americane potrebbero essere costrette a liquidare anzitempo investimenti illiquidi il cui normale ciclo di realizzo si è peraltro da tempo inceppato. All’orizzonte nascono problematici fondi centauro;
- Le “prescrizioni” governative all’acquisizione di Banco BPM da parte di Unicredit, nell’ambito dell’esercizio del Golden Power, rischiano di rappresentare il potenziale sequestro dei risparmi investiti in attività italiane. L’inevitabile stupidità del sovranismo;
- La politica industriale italiana, vista dal cronicario Mimit;
- I politici italiani ricordano il meme social di Internet Explorer;
- Nuova perla della serie, “dimmi che stampa hai, e ti dirò quanto male stai“;
- Finalmente in Italia si avvera il sogno di molti, a destra;
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(Immagine creata con WordPress AI)



