Qualche puntualizzazione spicciola sul dato anticipato ieri da Tito Boeri sulle richieste di decontribuzione per assunzioni a tempo indeterminato. Non per gufare ma per mettere in guardia sull’utilizzo dei dati nell’Italia renziana del 2015, quella che i libri di storia ricorderanno come un’era rivoluzionaria. In cui avvenne un’insurrezione contro logica e buonsenso.
Quindi:
- Compito del Jobs Act non è quello di aumentare l’occupazione ma di indurre migrazioni da contratti a tempo determinato verso il nuovo contratto a tutele crescenti, quindi di deflazionare i profili contrattuali del mercato del lavoro italiano de facto prima ancora che de iure. Su quello, e solo su quello, si valuterà l’efficacia del provvedimento;
- Se il Jobs Act inducesse “per sé” aumento netto di occupazione, in presenza di livelli di attività ancora molto esili, ciò significherebbe una cosa sola: il crollo della produttività. E questo è assai improbabile, a lume di bistrattata logica;
- Ogni aumento netto di occupazione, cioè rispetto alla stabilizzazione di contratti a tempo determinato o comunque precari, è indotto dal refolo di ripresa che è in corso, e che è interamente esterno al paese;
- Data questa premessa, ciò significa che parliamo di assunzioni che sarebbero comunque avvenute. Quindi, che abbiamo gettato nello sciacquone le risorse finanziarie utilizzate per la decontribuzione triennale dei nuovi assunti nel 2015;
- Sono davvero molte, le assunzioni a tempo indeterminato del primo bimestre 2015? Se il dato della Fondazione dei consulenti del lavoro è corretto (275.000), diremmo che va certamente meglio del 2014, che tuttavia è stato un annus horribilis per il mercato italiano del lavoro. Occhio alla prospettiva, quindi;
- Inoltre (e non dimentichiamolo, visto che è da mesi che esponenti di governo e maggioranza lo segnalano), è verosimile che su inizio 2015 abbia operato un “effetto molla” alle assunzioni a tempo indeterminato nel nuovo regime, frenate nei mesi precedenti. Perché qui parliamo di sussidi alle assunzioni, ricordiamolo;
- Last but not least, al balzo alle assunzioni a inizio anno (se confermato, ovviamente) potrebbe non essere estraneo il timore di esaurimento dei fondi stanziati per i sussidi, ed il conseguente rischio-lotteria e click day.
Tutto ciò premesso, odo augelli, scimmiette, cocoriti e disc jockey far festa:
#Inps 76mila imprese in 20 giorni chiedono di assumere. Sta tornando davvero primavera #lavoltabuona
— Alessia Rotta (@alessiarotta) March 16, 2015