Stressed for success

Pavan Wadhwa, analista di JPMorgan, ha le idee molto chiare sui leggendari stress test appena condotti sul sistema bancario europeo, e che hanno indicato solo sette banche su 91 come bisognose di una ricapitalizzazione che, complessivamente, ammonta a soli 3,5 miliardi di euro.

Come scrive Wadhwa, a questo eclatante risultato (che già qualche sprovveduto politico imputa alle migliori condizioni del sistema bancario europeo rispetto a quello americano), si giunge dopo che

Una mancanza di rigore nei criteri degli stress macroeconomici ha condotto a bassi tassi di perdite di portafoglio, anche perché le decurtazioni sui titoli sovrani (haircut) sono state applicate solo ai trading books e non alle posizioni che si dichiara di voler detenere fino a scadenza. Le nostre stime mostrano che la mancanza di rigore negli scenari di stress elaborati dal CEBS ha prodotto una sopravvalutazione dell’1,7 per cento ai quozienti di capitale Tier 1. Inoltre, il focus su questa grandezza (e non sul Core Tier 1), ha prodotto un abbassamento dell’1,2 per cento del tasso-obiettivo minimo, producendo quindi un bias totale del 2,9 per cento nelle stime dei quozienti di capitale Tier 1. Eliminando questa distorsione si ottiene che 54 banche avrebbero fallito uno stress test più stringente, generando un fabbisogno di ricapitalizzazione compreso tra 60 e 75 miliardi di euro.

Una piccola traduzione, ad uso dei non addetti ai lavori: qui trovate la distinzione tra Tier 1 e Core Tier 1. Il dato “politico” rilevante è che le banche tedesche tendono a fare grande uso di strumenti patrimoniali ibridi, che sono parte del Tier 1 (usato negli stress test) ma non del Core Tier 1. Utilizzare quest’ultima grandezza avrebbe creato qualche imbarazzo in Germania, e si è quindi deciso di scegliere la definizione di capitale più ampia, peraltro con un valore-soglia (6 per cento) piuttosto modesto. A ciò si aggiunga l’assoluta presa in giro di differenziare tra titoli sovrani detenuti per finalità di trading e “held to maturity” (ai primi si applica la decurtazione, ai secondi no), e capirete perché tutta la procedura è stata una farsa.

Non si poteva fare altrimenti, del resto: i politici, nelle celebri notti di tregenda in cui si è deciso di creare un fondo di stabilizzazione europeo, avevano deciso che occorreva mandare un segnale ai mercati, e di scimmiottare quanto fatto dagli americani. L’unica differenza è che questi ultimi avevano i soldi pubblici per ricapitalizzare le banche traballanti, mentre gli europei no. E questo è l’esito. Alla prima turbolenza macroeconomica di una qualche entità, i mercati eseguiranno autonomamente lo stress test sulle banche europee. Con buona pace dei proclami di vittoria delle cancellerie.

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