E gli impotenti astanti si rallegrarono, sventolando gioiosamente le loro enormi code di paglia:
«Sono state le pressanti insistenze degli azionisti e del nuovo consigliere delegato che mi hanno reso disponibile a questa candidatura. Gli importanti aspetti di rinnovamento che sono previsti nella governance della nostra società siano accompagnati anche da alcuni elementi significativi di continuità. Una società che non si rinnova è morta, ma una società che non preservi il suo passato va incontro a rischi di avventura. (…) il mio attaccamento è totale e tale che non esiterei un momento a passare la mano ad altri al primo segno di difficoltà nell’espletamento del mandato» – Giovanni Bazoli, 22 aprile 2013
«Come voi tutti sapete, non prevedevo di tornare in quest’aula per pronunciare un nuovo giuramento e messaggio da Presidente della Repubblica. (…) E’ emerso da tali incontri, nella mattinata di sabato, un drammatico allarme per il rischio ormai incombente di un avvitarsi del Parlamento in seduta comune nell’inconcludenza, nella impotenza ad adempiere al supremo compito costituzionale dell’elezione del Capo dello Stato. Di qui l’appello che ho ritenuto di non poter declinare – per quanto potesse costarmi l’accoglierlo – mosso da un senso antico e radicato di identificazione con le sorti del paese. (…) Ma ho il dovere di essere franco: se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al paese» – Giorgio Napolitano, 22 aprile 2013