«Sia appiccato per la gola, tanto che muoia sulle forche…» Armenio Melari, cassiere del Monte dei Paschi di Siena, subì questa condanna nel 1629. Era stato riconosciuto colpevole di appropriazione indebita ai danni dell’istituto di credito. La sentenza, senza appello e con l’aggiunta della confisca dei beni di famiglia, non fu emessa da un tribunale ma dallo stesso consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi, che aveva potere di vita e di morte sui dipendenti e sulla clientela. Così girava il mondo a Siena, nel diciassettesimo secolo.
Camilla Conti, Gli Orologiai. L’ingranaggio finanziario-politico che scandisce la Terza Repubblica
Che dire? Pare che i senesi abbiano perso nerbo, negli ultimi secoli.