Siam pronti alla morte, il debito chiamò

Intervistato da Libero, che ci fa sopra una vibrante collezione di titoli e sottotitoli patriottici (“La Merkel ci ruba le banche” è über alles), il vulcanico professor Giulio Sapelli si esibisce nel suo non originalissimo ma sempre godibile repertorio di stralunate citazioni storiche a sostegno della sua ossessiva visione neo-risorgimentale, al centro della quale ci sono la Prussia che tutto soggioga e l’Italia che deve resistere al tentativo di affamarla. Non fermatevi ai tradizionali flussi causali: la Storia con la maiuscola è un libro esoterico, e solo a pochi eletti è data la capacità di leggerne i capitoli ed intuire il loro disvelarsi. Sapelli è tra quelli.

Sapelli si chiede perché si parli solo delle banche italiane, viste le soverchianti difficoltà del sistema bancario tedesco. Che in effetti ha una redditività molto bassa, il rapporto medio costi-ricavi più elevato d’Europa ed alcune altre criticità, tra cui la condizione di sorgente di rischio sistemico che promana da Deutsche Bank. O il nuovo oggetto del desiderio di giornalisti e politici italiani, la Landesbank di Brema. Ma questi sono problemi tedeschi, non italiani. O meglio, non ancora italiani, per i motivi che abbiamo futilmente tentato di spiegarvi. Ma Sapelli vigila, ed ha già individuato lo sgherro che opera da Bruxelles per conto della Prussia:

«Per capire sto seguendo con molta attenzione il comportamento di Gert Jan Koopman, un burocrate olandese che ricopre la carica di vice direttore generale degli aiuti di Stato presso la Commissione europea»

Sapelli vigila, fors’anche con barba finta, sulle azioni e sulla condotta di questo “oscuro burocrate” europeo. E la sua vigilanza è stata fruttuosa:

«Ho visto che ha già in mano la soluzione per il Monte Paschi prima ancora che il problema sia emerso»

Il problema MPS è “emerso” da alcuni anni, professor Sapelli, e proprio non vuole saperne di risolversi, malgrado i proclami dei nostri premier e di altre parti interessate, nel nostro paese. Ma torniamo all’oscuro Koopman, che tutto sa e tutto vede. L’infiltrato di Prussia avrebbe già proposto la soluzione per MPS, prima che i risultati degli stress test dell’EBA siano resi noti. Che scandalo, signora mia. A Sapelli non passa neppure per l’anticamera del cervello che possa trattarsi di suggerimenti standard e codificati per situazioni di routine. E se la prende quindi con la “ricapitalizzazione precauzionale” di MPS, quella che in molti in Italia bramano perché (a loro giudizio) servirebbe a mettere soldi pubblici nelle nostre banche, senza condivisione dell’onere da parte degli obbligazionisti, come credono a Palazzo Chigi e dintorni. Ma come mai a Sapelli non sta bene neppure la ricapitalizzazione preventiva-precauzionale? Ecco la spiega:

«[…] i correntisti non saranno toccati. Ai portatori di obbligazioni, probabilmente, sarà offerto un rimborso all’80% come accaduto nel caso delle quattro banche fallite a novembre. A pagare il conto per intero saranno gli azionisti, a cominciare dagli investitori internazionali»

E allora?
«In questa maniera si pongono le basi per il ritiro di tutti gli investimenti stranieri in Italia e, soprattutto, il blocco eterno di quelli futuri. Chi si fiderà più di un Paese che ha lasciato fallire una delle sue banche più grandi? C’è qualcuno che si rende conto della situazione: negli ultimi tre anni Mps ha chiesto circa 10 miliardi al mercato con la promessa, sollecitata dalle autorità di vigilanza e ancora di recente da esponenti di primo piano del governo secondo i quali la banca era risanata e anzi era un ottimo investimento. Se passa la linea Koopman tutto il residuo patrimonio di credibilità di cui l’Italia ancora dispone verrebbe azzerato».

Tralasciamo l’incomprensibile inferenza di Sapelli, secondo il quale una ricapitalizzazione precauzionale sarebbe l’equivalente di “un fallimento”. In pratica, secondo il professore, il diabolico complotto prussiano ai danni della Penisola sarebbe consistito nelle avventate frasi del nostro premier e di altre figure apicali del nostro teatrino, tipo “oggi la banca è risanata, e investire è un affare”, o simili-equivalenti. Il problema quindi non sono i vari premier, ministri, manager, “banchieri di sistema” italiani, che da anni ci dicono che abbiamo di fronte un gioiello ed un’economia su cui il mondo dovrebbe investire. No, la colpa è della Prussia, che manovra un oscuro burocrate olandese, che sta applicando le norme comunitarie sugli aiuti di stato ammissibili. In pratica, per Sapelli, la diluizione degli azionisti esistenti a seguito della ricapitalizzazione precauzionale sarebbe il colpo di mano per tenere lontani gli investitori internazionali dal nostro paese, dopo che i medesimi vi erano giunti a frotte, spinti dalle celebri frasi della nostra classe dirigente. Se siete rimasti agli antichi schemi mentali, e quindi come noi tendete a vedere un ingravescente problema di credibilità della classe dirigente di questo paese, da cui originano gran parte dei nostri guai, vi siete sbagliati, ve lo dice il professor Sapelli. Non è un caso che anche l’intervistatore di Libero non ci arrivi immediatamente e chieda lumi al nostro esegeta dell’Economia:

Ma che c’entra la Germania in tutto questo?
«L’Italia verrebbe ridotta nelle condizioni di provincia della Germania. Come potremmo recuperare qualche briciolo di credibilità se non legandoci mani e piedi a questa Europa a trazione tedesca? Sarebbe lo stesso schema utilizzato quasi due secoli fa dalla Prussia nei confronti degli altri staterelli tedeschi. Prima li ridusse alla fame e poi li inglobò»

Capite, ora, testoni? Niente diluizione degli azionisti esistenti, ne va di mezzo la nostra capacità di attrarre investimenti internazionali! Ma Sapelli non si limita a sventare complotti stranieri che erano finiti nel punto cieco del nostro campo visivo: ha anche soluzioni operative per le nostre banche, a partire da MPS. Non una ma due, mi voglio rovinare:

Quali sono queste soluzioni?
«La prima è questa: Mps e tutte le altre banche in difficoltà dovrebbero essere divise in due. Da una parte la cosiddetta bad bank, cioè la discarica nella quale far confluire i crediti marci, di cui dovrebbe occuparsi direttamente lo Stato. Il resto della banca pulita dai fattori di rischio potrebbe riprendere il suo cammino»

E la seconda?
«La sostanziale nazionalizzazione: lo Stato ci mette i soldi e comanda. Elimina i vecchi consigli d’amministrazione e nomina un “officer”, un commissario per disintermediare affaristi e comprimari. So bene che serve una liberatoria (e uso il termine nella sua accezione carceraria e non solo giuridica) da parte della Commissione europea. In realtà significherebbe solo imitare ciò che hanno fatto Germania, Francia, Regno Unito e Olanda. Pare, però, che i nuovi prussiani non vogliano concederlo all’Italia»

Nessuno dica a Sapelli che entrambe le soluzioni implicherebbero comunque l’azzeramento degli azionisti preesistenti. Esattamente la manovra diabolica che egli imputa alla Prussia ed ai suoi servi olandesi. Incredibile: che il professore sia a sua volta caduto vittima del sortilegio che così brillantemente ha scoperto e denunciato? E questa Prussia che sta tentando di affamarci impedendoci di fare ulteriore debito è intollerabile. Urge la sollevazione dei patrioti italiani, oggi come ai fulgidi tempi del Risorgimento e della lotta di Liberazione. Ricordate: c’è gente che è morta, per permetterci di fare debito e poter andare in dissesto. Solo grazie alla lotta di liberazione a strenua difesa del debito sovrano il nostro paese ha raggiunto livelli di progresso e civiltà che altri popoli mai riusciranno neppure ad immaginare. Ecco perché è ora di andare sulle colline ed iniziare la Nuova Resistenza: siam pronti alla morte, il debito chiamò!

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