Cari e meno cari lettori,
per le prossime due settimane la frequenza di pubblicazione rallenta, per la pausa agostana. Restiamo come al solito pronti a commentare sul nulla degli spasmi di un paese divenuto un social network a cielo aperto e sulla sua ridicola classe politica, ora che inizia l’ultimo tratto del percorso che ci porterà alla naturale scadenza della legislatura, ed in attesa di avere un parlamento nuovo di zecca ed ancor meno funzionale e funzionante dell’attuale.
Nel frattempo, godiamoci la ripresa, che riguarda anche noi, pur con la nostra abituale sottoperformance, e sopportiamo con cristiana rassegnazione tanto l’entusiasmo di quanti pensano che “è tutto merito del governo dei mille giorni”, quanto il ditino levato di quelli che “serve più redistribuzione” e “basta col liberismo”, che poi sono gli stessi che ci hanno portato all’attuale cumulo di macerie, con un duro lavoro sfascista di numerosi lustri.
L’attuale ripresa congiunturale priva al momento il Circo Italia del fondamentale contributo dei no-euro ma in attesa del prossimo rallentamento possiamo dilettarci con i loro cugini sanitari, i no-vax. Tranquilli, quindi: lo sguardo dal ponte italiano restituisce sempre e comunque un pittoresco verminaio fatto di ignoranza e superstizione, e degni rappresentanti di esso mentre i fedeli, davanti a miserabili e conclamati fallimenti della propria fazione, intonano i due inni ufficiali: “lasciateli lavorare” e “e gli altri, allora?”. Per tutto il resto, ci si legge al solito posto.