La pentola per gli evasori e il coperchio dell’impunità

Su Avvenire trovate un’interessante intervista a Raffaello Lupi, giurista tributario e docente a Roma Tor Vergata, oltre che attivo e simpaticissimo divulgatore fiscale e sociologico su Twitter. Da essa apprendiamo che l’esecutivo avrebbe fatto la pentola del condono ma senza il coperchio dell’impunità, e restiamo a chiederci se siamo di fronte a degli analfabeti o a dei furbi che cercano con ogni mezzo di trasmettere messaggi simbolici al proprio elettorato, contando sul fatto che basterà.

Sostiene Lupi che la dichiarazione integrativa poteva essere fatta in modo “peggiore”:

«Noi abbiamo già a regime il ravvedimento operoso a controlli iniziati, lo mise il governo Renzi. Vuoi dire che, se arriva un’ispezione, tu dichiari quello che non avevi denunciato e te la cavi, nella sostanza, versando l’imposta totale più la sanzione del 16% sull’importo e il controllo si chiude. Questo può spingere i cittadini più “smaliziati” a correre quello che è un azzardo morale»

Interessante. La domanda sorge spontanea, però: c’è una bella differenza tra l’imposta totale sull’evaso più il 16% di sanzione ed un bel 20% “tombale”, no? Ma Lupi ha una risposta anche per questo, ed è sorprendente:

«Da quello che si sa, però, con la nuova norma non c’è un effetto tombale, non c’è uno scudo: nel senso che si potranno subire altri controlli tributari, potenzialmente capaci di scovare ulteriori somme non dichiarate»

In pratica, per farla breve, chi optasse per questa dichiarazione integrativa andrebbe ad autodenunciarsi al fisco. Sullo stralcio delle mini cartelle entro i mille euro, Lupi ha idee altrettanto chiare:

«Ma più che sostanza è quasi folklore: è una norma di pulizia per gli uffici, che così possono liquidare pratiche relative a imposte non riscosse da anni e difficilmente esigibili. Vale per le multe e le imposte sui rifiuti “archeologiche”, che nemmeno si sa più bene se siano prescritte o no»

A onor del vero, quest’ultimo punto era stato evidenziato anche da Di Maio. Ma il bersaglio grosso resta il condono da emersione del nero con flat tax al 20%, come direbbe Luca Telese. In pratica, si è fatta la pentola per gli evasori ma senza il coperchio dell’impunità.

Quindi? Come commentare? Intanto, si comprende perché i nostri eroi abbiano messo a bilancio 2019 per la “pace fiscale” solo 180 milioni e zero per la rottamazione delle cartelle. Se le cose stanno in questi termini, dunque, pare che una fetta di elettorato tendenzialmente leghista avrà un risveglio molto ruvido. Ma attendiamo, per vedere se l’impunità sarà inserita in corso d’opera, e se i grillini mangeranno altre cucchiaiate di escrementi berranno altri amari calici.

Resta la domanda, ormai un tormentone: ci sono o ci fanno? E che diranno i leggendari imprenditori leghisti, ormai una categoria letteraria, oltre che dello spirito?

Aggiornamento – Pare che il professor Lupi sia stato troppo sbrigativamente ottimista. Ecco anche condono Iva e scudo penale. E la soglia di 100 mila euro di emersione vale per singola imposta evasa. Nuova esaltante vittoria dei pentastellati. Di conseguenza cambia anche il titolo di questo post.

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