In Italia, noto paese fallito con cartucciera di proiettili d’argento sempre più lunga, ieri il cosiddetto dibattito pubblico ha visto il ritorno di due ulteriori “soluzioni”: la tassazione/sanatoria del contenuto delle cassette di sicurezza ed il contrasto di interessi.
Riguardo al secondo, sul Corriere, Alberto Brambilla ha reiterato per l’ennesima volta la sua “idea” di contrasto d’interessi:
[…] per un periodo sperimentale di tre anni tutte le famiglie possono portare in detrazione dalle imposte dell’anno il 50% delle spese effettuate con regolare fattura elettronica (incrocio dei codici fiscali) nel limite di 5 mila euro annui per una famiglia di tre componenti che aumenta di 500 euro per ogni ulteriore componente; nel caso di incapienza sono previste misure compensative (quota asili nido, mense ecc.).
I lavori/servizi detraibili sono: manutenzione della casa (lavori idraulici, elettrici, edili, tappezzerie, mobili), manutenzione di auto, moto e biciclette, piccoli aiuti domestici.
Ma non è meraviglioso, tutto ciò? Soprattutto se lo si presenta, come fa Brambilla, dicendo che il beneficio “equivale ad una quattordicesima mensilità”. Beh, sì, in Italia ora va così: serve sventolare davanti agli occhi della plebe stressata una bella quattordicesima aggiuntiva. Lo ha fatto anche il segretario Pd Nicola Zingaretti, ricordate?
E poi, per non farsi mancare nulla, Brambilla aggiunge che la geniale iniziativa
[…] per redditi fino a 35 mila euro (il grosso dei contribuenti come emerge dal report di Itinerari Previdenziali), rappresenta una riduzione del 50% del cuneo fiscale.
Giusto: ormai in questo paese le due unità di misura più utilizzate per valutare l’efficacia di un proiettile d’argento sono il numero di mensilità aggiuntive di reddito e la riduzione di cuneo fiscale che lo strumento riuscirebbe a produrre.
Sono numeri davvero prodigiosi, quelli di Brambilla. Infatti stima che in questo paese ci siano 3-4 milioni di “sommersi” che fanno concorrenza ad altrettanti artigiani e commercianti regolari. Il che è piuttosto iperbolico, a dirla tutta.
A questo punto, vi ricordo che il contrasto d’interessi è una sonora idiozia, priva di possibilità pratiche di attuazione. Forse per quello, ogni legislatura, arriva qualche geniale inventore che lo tira fuori di nuovo, al grido di “facciamo come l’America”. No, ragazzi, in America continuano a non fare così, men che mai dopo la riforma fiscale di Trump.
Ora dobbiamo solo spiegarlo a Marco Travaglio che ieri sera, a Ottoemezzo, con l’abituale assertività, pontificava che una legge di bilancio va fatta “combattendo l’evasione, ad esempio facendo scaricare tutto dalle tasse”. L’Italia ha un vero tesoro in questi opinion leader, esperti nello scibile umano ed autolesionisticamente confinati al ruolo di direttori responsabili di testate giornalistiche. Che spreco di capitale umano.
A parte ciò, Brambilla si guarda bene dal quantificare la perdita di gettito che il suo “piano sperimentale” produrrebbe, ma si limita a dire a quanto ammonta l’evasione Iva, imposte dirette e contributi, a suo giudizio: c’è una massa evasa complessiva di 160 miliardi, quindi se recuperassimo il 15% avremmo “sminato” (proprio così, “sminato”) l’aumento Iva. Che tenerezza.
Passiamo oltre. In serata, ospite di Bruno Vespa, il vicepremier Matteo Salvini è uscito col suo personalissimo silver bullet, versione riveduta ed enfatizzata di quanto abbiamo già sentito in passato:
Mi dicono che ci sono decine, forse centinaia di miliardi in cassette di sicurezza, fermi. Potremmo metterli in circuito per gli investimenti. Si potrebbe far pagare un’imposta e ridare il diritto di utilizzarli.
A parte il fantastico “mi dicono” (chi? Gli “economisti della Lega”? La zingara che gli ha letto la mano? La madonna, che gli è apparsa dopo l’ennesima leccata di crocefisso con conseguente aggravamento dell’intossicazione da metalli? Mistero), e la variabilità dell’ordine di grandezza, di che stiamo parlando?
Probabilmente di un fiume carsico del fisco italiano, una forma di sanatoria o voluntary disclosure, sul contante. Se ne parla da molto, ma timori e criticità vari ne hanno sinora impedito l’attuazione. Qui Salvini, con la rozzezza che lo caratterizza, sembra porsi in modo piuttosto ambiguo.
Qui parla il “padre” che deve “sfamare” sessanta milioni di figli, o lo “statista” che ha fame di soldi per coprire una tantum buchi ricorrenti? Ma ripeto, non si inventa nulla. Il concetto di “soldi fermi” non è nuovo; di certo quelli fisicamente in cassetta di sicurezza lo sono, a differenza di quelli sul conto corrente, che la scorsa legislatura ossessionavano Matteo Renzi, che aveva anche ingaggiato una sua personale battaglia contro la propensione al risparmio precauzionale degli italiani.
Ma questa uscita di Salvini rischia di avere pesanti conseguenze non volute. Immaginate che un numero crescente di italiani, preoccupati dal rischio di patrimoniale su conti correnti e dossier titoli, decida di materializzare i propri soldi, cioè prelevarli e mettere le banconote in cassetta di sicurezza o tenerle a casa propria.
Questa strategia servirebbe anche in caso di aumento del rischio di uscita dall’euro. Ove mai si arrivasse a quello, al netto dei violenti disordini di piazza che ne deriverebbero, l’economia italiana finirebbe rapidamente eurizzata, cioè la popolazione incetterebbe preventivamente banconote in euro e le userebbe per regolare gli scambi. Lo stesso fenomeno di materializzazione dei saldi di conto corrente avverrebbe in caso di introduzione di foglietti di carta colorata a cui assegnare la funzione di “moneta”.
Quindi, essersi espresso a quel modo, mette Salvini nel ruolo di chi minaccia “rastrellamenti casa per casa” alla ricerca di euro “illegali”. Oggi sono quelli del “nero” (e forse non solo di quello), domani potrebbero essere tutte le banconote emesse dalla Bce.
Fantascienza? Possibile e probabile. Ribadisco che i nostri eroi, al netto delle rodomontate a favore di telecamere e microfoni, e malgrado un cosiddetto establishment di invertebrati che tengono famiglia, non hanno gli attributi per fare alcunché.
Eppure. Eppure, il fatto di aver messo questa gigantesca pulce nell’orecchio degli italiani rischia di produrre conseguenze negative per l’economia del paese. Non sarebbe la prima volta, del resto: questa maggioranza e questi cosiddetti leader hanno il tocco di Mida, per produrre danni.