- La nuova bomba a orologeria piazzata nei conti pubblici inizia a ticchettare, mentre c’è chi pensa di riuscire a estrarre gettito aggiuntivo dalla categoria di contribuenti più coccolata da questa maggioranza;
- Le fiabe italiane e la lattina dell’austerità calciata qualche anno più in là;
- Prove di effimero welfare scandinavo in un paese levantin-sudamericano in dissesto fiscale;
- Meloni e lo sperpero di Schroedinger;
- Ma il contentino per il solito personaggio e il popolino stressato arriva comunque, a carico di chi è rimasto a pagare le tasse;
- Gira un acconto di pesce d’aprile secondo cui i titoli di stato potrebbero essere esclusi dal calcolo dell’ISEE. Ma forse hanno ragione i proponenti: non di attività si tratta ma di ipoteca sempre più pesante;
- All’avvocato-jukebok si è rotto il disco ma è in ottima compagnia;
- Il privato è pubblico, dicono. Ma anche meno;
- La remunerazione dignitosa come da articolo 36 della costituzione non c’è per i dipendenti, ci sarebbe per gli autonomi ma la pubblica amministrazione di fatto può derogare per quest’ultimi;
- Il panda e l’orso: in risposta al declino delle borse per cause fondamentali e geopolitiche, le autorità cinesi valutano l’istituzione di un fondo di stabilizzazione per sostenere la fiducia degli investitori;
- Ma la bomba fiscale negli enti locali sta esaurendo la miccia;
- In attesa del primo turno delle presidenziali, l’Argentina si incravatta ulteriormente con la Cina, mentre l’outsider anarco-capitalista inizia ad arrampicarsi sugli specchi;
- Negli USA, il circo repubblicano prosegue con le repliche dello spettacolo;
- La Polonia torna nel mainstream europeo ma per Tusk sarà dura, tra coalizione e Deep State illiberale;
- Nei sommovimenti del periodo, c’è ancora elevato rischio per la maltrattata Armenia;
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