Nella consueta omelia domenicale, oggi Eugenio Scalfari decide di scagliare i fulmini dal suo personalissimo Olimpo contro il presidente francese, Emmanuel Macron, reo di “autoritarismo”. Che altro non è, in realtà, se non riaffermazione dell’interesse nazionale. Perché gli italiani sono fatti così, anche i loro cosiddetti “intellettuali”: il mondo deve fare quello che è meglio per la penisola che va alla deriva nel Mediterraneo, altrimenti si grida all’autoritarismo.
Prodi
Viviamo in un’era particolare: quella in cui i cittadini sono spaventati ed incazzati neri. In questa era, la politica non pare richiesta di fornire soluzioni, visto che è essa stessa parte del problema, bensì suggestioni. Vi sono paesi, come il nostro, in cui tali suggestioni sconfinano nel delirio conclamato.
Sul Sole di oggi la proposta dell’ex premier e dell’economista docente della Cattolica su una struttura emittente gli eurobond, e sul sistema di garanzie ad essi sottostante. C’è molto Meccano (e molto Lego), una omissione capitale (nel senso di fondamentale) ed un assai scarso realismo. Vediamo perché.
Evidentemente non pago della profezia di marzo (rileggetela attentamente), Romano Prodi si rimette il mantello del mago Otelma anche per l’Irlanda. L’ex premier non vede “una espansione a catena” della crisi da Dublino agli altri Paesi dell’area euro. L’ex presidente della Commissione Ue lo ha detto oggi in una intervista a Radio Popolare.
Questa è del 10 marzo, segnatevela: “Per la Grecia, il problema è del tutto risolto”, ha detto Romano […]
Un altro grande classico di Corrado Guzzanti:
L’Italia “sarà colpita dalle strette condizioni di credito ma ha anche problemi strutturali e la necessità di cambiamenti […]
“Abbiamo salvato il Paese che era lo zimbello della Ue. Con noi sono diminuite le controversie con l’Europa” […]
Termina oggi la XV Legislatura. Quella dei record. La Legislatura più breve della cosiddetta Seconda Repubblica (che tale non è, perché la Costituzione è rimasta largamente inalterata nel proprio impianto fondamentale), dal 28 aprile 2006 al 13 aprile 2008. Quella del governo pletorico, pardon plurale, per il bene dell’Italia: 26 ministri, 10 viceministri e 66 sottosegretari, per un totale di 103 membri incluso il premier, record storico. Ma le leggi Bassanini valgono ancora, tranquilli. Dalla prossima legislatura.