John Kerry e John Edwards vengono nominati ufficialmente sfidanti nella corsa alla Casa Bianca da parte della Convenzione Nazionale Democratica di Boston. Chiunque vincerà a novembre, siamo certi che i valori di libertà e democrazia che da sempre appartengono agli Stati Uniti verranno preservati. Vorremmo tuttavia segnalare l’ennesima, avvilente dimostrazione di italico provincialismo. Una delegazione politico-sindacale del centrosinistra è a Boston, per assistere alla Convenzione. Da tempo l’opposizione si caratterizza per l'”ossessione parallela”, quella verso Berlusconi e Bush, visti come soggetti perfettamente intercambiabili, frutto della stessa cultura politica (magari!, ci verrebbe da dire…). Ecco quindi, nel più puro moto pavloviano, che tutto quello che dice Kerry diviene bandiera ulivista. Al punto che Francesco Rutelli, padre nobile dell’aberrante legge sulla fecondazione assistita (che direbbe Kerry?), inebriato dall’atmosfera liberal bostoniana, arriva a dire che l’Italia potrebbe mantenere proprie truppe in Iraq sotto una presidenza Kerry, provocando aspre reazioni in buon parte del resto della propria coalizione. Il nostro sospetto è che, in caso di vittoria del ticket Kerry-Edwards, all’immancabile riaffermazione dei valori americani, il centrosinistra italiano sarebbe nuovamente colto da forti dolori di pancia, e finirebbe col cercare disperatamente nuove icone indeterminate cui dedicare processioni ed accendere ceri. Cari amici dell’Ulivo, non guardate lontano per trovare modelli, studiatene uno che resiste da dieci anni, e sta a Londra, al 10 di Downing Street, scoprirete che diventare politicamente adulti è maledettamente faticoso..
P.S. sul piano dell’analisi dei contenuti della stampa, segnaliamo volentieri l’articolo apparso su l’Unità online, che cita alcuni passi del discorso di John Edwards, il trial lawyer fattosi da sé, che piace tanto in questi giorni alla sinistra nostrana. Eccone alcuni passi:
«Manderemo un chiaro messaggio, senza nessuna ambiguità ad Al Qaeda e a tutti quei terroristi. Non potere correre. Non potete nascondervi, e vi distruggeremo», ha detto Edwards, rivolgendosi direttamente alla multinazionale del terrore del miliardario saudita Osama bin Laden, cui sono stati attribuiti gli attacchi dell’11 settembre contro le Torri Gemelle e il Pentagono.
Quando John Kerry “sarà presidente – ha aggiunto – prenderemo in considerazione tutti i suggerimenti della commissione d’inchiesta sull’11 settembre. Costruiremo e guideremo alleanze, sorveglieremo e smantelleremo le armi di distruzione di massa… Comunque, utilizzeremo sempre il nostro potere militare per rendere il popolo americano sicuro”.
Esilarante la precisazione de l’Unità circa il “presunto” coinvolgimento di Al Qaeda nell’attacco alle Twin Towers, presumibilmente qualcuno in redazione è ancora convinto che sia stato il Mossad, e che quel giorno non vi fossero ebrei al WTC… Parlando seriamente, quindi fuori dalla portata degli uomini di Furio Colombo, colpisce come nessuno abbia notato la durezza del messaggio di Edwards, le cui parole riecheggiano quelle di Bush e della sua amministrazione, non propriamente un modello di multilateralismo indecisionista stile Onu… Nelle parole di Edwards non c’è traccia della analisi pseudosociologica tanto cara alla sinistra italiana ed europea, ed al “corpaccione estraneo” Michael Moore: l’11 settembre non è stata la rivincita della parte dell’umanità che cercava riscatto dal giogo ebraico-americano. Basta leggere questo passaggio per capire che la sinistra italiana è di nuovo innamorata, ma continuerà a restare zitella, e felice di esserlo…