A futura memoria

Aprire il settore della distribuzione dei farmaci alla concorrenza per realizzare un’effettiva apertura del mercato a vantaggio dei consumatori. Lo chiede l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in una segnalazione inviata alle Camere e al Governo, approvata nella seduta dell’8 febbraio 2006.

Per l’Autorità occorre in particolare:

    1) eliminare le norme sull’incompatibilità tra le attività di distribuzione intermedia e al dettaglio dei farmaci. L’integrazione fra le due attività può consentire economie nei costi della distribuzione e, in conseguenza di una maggiore concorrenza nel mercato della vendita al dettaglio, l’attuazione di politiche di sconti, che si traduce in una riduzione del prezzo al pubblico dei prodotti parafarmaceutici e di una consistente parte di quelli farmaceutici, a vantaggio dei consumatori.

    2) Rivedere la normativa vigente che riserva la titolarità della farmacia privata a farmacisti. Si tratterebbe, secondo l’Autorità, di un intervento che può contribuire a realizzare una generale ed effettiva apertura del mercato, consentendo l’ingresso di nuovi attori nella filiera distributiva, senza mettere a rischio la salute dei cittadini. A tal fine, infatti, è idonea e sufficiente la norma secondo cui la persona incaricata di distribuire i medicinali in un esercizio farmaceutico debba essere un farmacista.

    3) Abrogare il divieto di assumere la titolarità di più di una farmacia privata. Si darebbe in questo modo un impulso al mercato, consentendo agli stessi farmacisti e alle società di farmacisti di costituire catene di farmacie. La presenza di attori maggiormente efficienti, ed in una posizione di simmetria rispetto alle società di gestione delle farmacie comunali (che possono essere invece titolari di più farmacie), svilupperebbe una pressione competitiva adeguata, con beneficio dei consumatori.

Nella segnalazione, che prende spunto dall’incompatibilità tra le attività di distribuzione all’ingrosso di medicinali e quella di fornitura al pubblico di medicinali prevista dallo schema di decreto legislativo sulla direttiva 2001/83/CE all’esame de Parlamento per il relativo parere, l’Autorità ripropone, sia pur nell’imminenza dello scioglimento delle Camere, l’esigenza, più volte manifestata, di una profonda riforma del settore della distribuzione dei farmaci. L’Autorità ricorda peraltro che la stessa Commissione Europea ha chiesto formalmente all’Italia di modificare la normativa sull’incompatibilità e sulla riserva di attività nel settore della distribuzione dei farmaci in quanto contrastante con gli articoli 43 e 56 del Trattato.

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