Ricordate la contabilità creativa di Tremonti? Le cartolarizzazioni di immobili e crediti di enti pubblici, attuate peraltro in esecuzione di un quadro normativo tracciato nella legislatura 1996-2001? E ricordate gli entusiastici ipse dixit di Fassino e Rutelli all’indirizzo degli editoriali del professor Giavazzi, la scorsa legislatura?
Bene, il professor Giavazzi è tornato, e non fa sconti. Ma abbiamo il legittimo sospetto che la sua voce, oggi, verrà improvvisamente silenziata. Ci preme soprattutto segnalare un passaggio del commento odierno dell’economista, quello riferito al più che probabile scardinamento del sistema previdenziale misto, causato dal trasferimento all’Inps della quota di tfr inoptato, quello dei lavoratori che sceglieranno di non aderire ai fondi pensione integrativi:
Tra le nuove entrate la Finanziaria iscrive 5 miliardi che deriverebbero dal trasferimento all’Inps di una quota del Tfr. Mi stupisce che il Consiglio dei ministri abbia firmato questo provvedimento che può apparire come un trucco contabile: si chiama entrata l’accensione di un debito verso i lavoratori dipendenti. Per non dire dell’effetto esiziale sui fondi pensione e sulla possibilità che il governo ha tanto evocato — anche in occasione della vicenda Telecom — di creare in Italia nuovi investitori istituzionali.
Noi l’avevamo già segnalato, giorni addietro: questa non è solo contabilità creativa, è uno schema di Ponzi, i.e. una truffa.
Povero TPS, la sindrome della foglia di fico lo sta lentamente ma inesorabilmente consumando.