Il dottor Strada, nel suo incessante delirio d’onnipotenza, ora riesce pure a mandare avanti il piccolo guitto con la matita. Parlando dell’Aventino di Emergency dall’Afghanistan, ennesimo penultimatum di chi proprio non riesce a rassegnarsi di essere “solo” una Ong, Vauro (che Strada, che dio lo aiuti, si è scelto come responsabile della comunicazione), dichiara a l’Unità:
Quali sono le condizioni per restare?
“Gli operatori internazionali non vorrebbero lasciare il Paese. Ma devono rimanere rispetto a Emergency le condizioni di neutralità”.
Ovverosia? Cosa deve succedere per far restare la vostra Ong sul territorio?
“Deve fare un passo indietro il governo Karzai che ci ha accusato di fiancheggiare Al Qaeda. E lo può fare liberando immediatamente il nostro capo del personale Rahmatullah Hanefi. E un passo avanti il governo italiano che sostiene Karzai con denaro e truppe e che invece davanti alle accuse nei nostri confronti è rimasto e continua a rimanere silente. La nostra è una Ong italiana e le gravissimie accuse nei nostri confronti sono un affronto all’Italia stessa. Ma il governo non dice una parola”.
Siamo al solito lessico sinistro made in Italy: “un passo indietro”, “senza se e senza ma”, e via vaneggiando. In sostanza, funziona così: subito dopo l’assassinio di Adjmal Nashkbandi ad opera dei talebani, Strada accusa i servizi segreti del governo Karzai (e quindi il governo Karzai medesimo) di essere “una banda di assassini e tagliagole“.
Subito dopo, dichiara inoltre che il governo Karzai, scelto dalla maggioranza della popolazione afgana con elezione a suffragio universale certificata valida da osservatori internazionali, Onu inclusa, “è un governo fantoccio”. Strada nulla dice del barbaro assassinio dell’interprete di Daniele Mastrogiacomo, perpetrato da quegli stessi talebani a cui il chirurgo-agitatore si era rivolto “con rispetto”, appellandosi alla loro “umanità ed al loro profondo senso religioso”. Di fronte alla replica del legittimo governo afgano, che accusa Emergency di essere un’organizzazione fiancheggiatrice dei talebani, Strada invoca la protezione del governo italiano, a difesa dell’onor di Patria offesa. Strano concetto di neutralità, quello di Strada e del suo disegnatore.
Restiamo in vana attesa che l’unico vero governo-fantoccio di tutta questa vicenda, quello “guidato” da Romano Prodi, chiarisca a Strada che la nostra politica estera la fa la Farnesina, e non una Ong.
P.S. I magistrati romani vogliono sentire Strada circa l’ipotesi di riscatto pagato per la liberazione di Gabriele Torsello. Attendiamo che qualcuno venga iscritto nel registro degli indagati, così conosceremo pure l’ipotesi di reato sottostante. Certo, se a Palazzo Chigi ci fosse stato Berlusconi, quell’avviso di garanzia sarebbe già stato recapitato, magari durante una conferenza internazionale organizzata dal nostro paese, ma confidiamo che la magistratura possa fare chiarezza, come si dice in questi casi.
Addendum: pensiamo sia venuta l’ora di compiere una riflessione sul grande e silenzioso lavoro svolto dai militari del CIMIC per prestare assistenza alle popolazioni civili nelle zone di conflitto. Come scrive Perla Scandinava,
Per togliere ai terroristi una fonte di enorme guadagno in termini di finanziamento e di propaganda per le loro attività criminali, per dare alle popolazioni sofferenti un maggiore senso di sicurezza e di protezione, si dovrebbero utilizzare queste donne e questi uomini che, oltre all’affidabilità di chi ha giurato fedeltà, portano la generosità e la professionalità di uomini addestrati ad affrontare i pericoli di un teatro complicato come quello di una guerra.
Potete trovare numerosi ed interessanti approfondimenti su questo argomento sul blog di Bisquì.