Ai primi scricchiolii di popolarità e consenso, ai primi segnali di debolezza politica interna, il network è ritornato a muoversi con tutta la sua pericolosità. Le minacce del generale Roberto Speciale ne sono una eloquente testimonianza. “So io che fare”, ha detto ieri al Corriere della Sera. (…) l comandante della Guardia di Finanza ha tentato, infatti, di “giudiziarizzare” il braccio di ferro con il viceministro, di alimentare con la sua testimonianza (aggiustata per l’occasione) un’indagine penale e, sotto l’ombrello dell’inchiesta, mettere in circolo veleni, notizie mezze vere e mezze false o del tutto manipolate, capaci di “travolgere il Paese con i sentimenti degli anni novanta”. (Giuseppe D’Avanzo, Repubblica, 4 giugno 2007)
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“Voglio andare in pensione anticipata“, ha detto il generale al senatore De Gregorio. “Non voglio dare l’impressione – ha spiegato Speciale – di volermi svendere per un piatto di lenticchie. Nemmeno l’ultimo degli italiani deve pensare che io voglia restare abbarbicato ad una poltrona…”. Speciale avrebbe potuto far ricorso al Tar contro la decisione presa dal Consiglio dei ministri: “Sono un soldato – ha spiegato ancora – sbatto i tacchi e obbedisco, mi ha destituito il governo del mio amato Paese”. Tuttavia al senatore il generale spiega: “Mi sento come se mi avessero violentato, non mi hanno dato neanche l’onore delle armi…”. (Gen.Roberto Speciale, conversazione riferita dal senatore Sergio De Gregorio, 4 giugno 2007)
Le fogne scoppiano, dalle parti di Largo Fochetti.