Ieri, sull’inevitabile Repubblica, è uscito un editoriale di Sandro Viola sulla guerra civile palestinese, che dovrebbe essere assunto come testo obbligatorio nelle scuole, quale esempio paradigmatico di malafede e bias ideologico nell’analisi di fatti di cronaca e storia. Viola, uno dei “padri nobili” (tutto è relativo, ovviamente) del quotidiano romano, riesce a ricondurre ad Israele il motore primo di ogni e qualsiasi nequizie perpetrata da palestinesi e tra palestinesi negli ultimi sessant’anni. Un approccio manierista della sinistra antisionista, italiana ed europea, che con i suoi sociologismi sconnessi e le sue analisi prive di contestualizzazione storica, rappresenta da alcuni decenni l’humus sinistramente razzista in cui si sviluppano posizioni che spaziano dai sofismi dalemiani all’antisemitismo puro e duro della sinistra estrema, che trova in figuri quali Oliviero Diliberto (lo specialista in strette di mani che grondano sangue) i propri più diligenti replicanti. Avremmo voluto compiere una accurata dissezione di tutte le idiozie scritte da Viola, ma ci siamo accorti che il compito è già stato più che egregiamente svolto dalla redazione di Informazione Corretta.
Non ci resta quindi che rinviare al debunking dell’articolo di Viola, non senza aver prima evidenziato alcuni tic maniacali della sedicente intellighenzia di sinistra italiana. Come il passaggio dove si narra di “acque [palestinesi, ndPh.] deviate verso le piscine delle colonie ebraiche“. Ecco l’archetipo dello spregevole ebreo dal naso adunco, affamatore di popoli. Viola avrebbe potuto e dovuto dare un’occhiata al “prima e dopo” delle serre che i coloni israeliani sfrattati da Gaza avevano realizzato. Dove prima c’erano capolavori di tecnica irrigua ed ingegneria idraulica per strappare al deserto terra coltivabile, ora ci sono solo macerie fumanti, per opera dei giubilanti palestinesi subentrati al controllo di quelle terre e di quelle opere. Ma certo la cecità ideologica di Viola mai gli avrebbe permesso di scendere così in profondità nell’analisi, per realizzare del cumulo di calunnie con cui ha imbrattato la pagina del suo fondo.
E che dire “delle partorienti che rischiavano di partorire per strada e sotto il sole a picco“, tacendo del fatto che i terroristi palestinesi (cioè di coloro che, in varie epoche storiche, tengono i propri connazionali ostaggio e scudo umano per le proprie imprese criminali) sono arrivati anche ad usare ambulanze per perpetrare i propri misfatti a danno della popolazione civile israeliana? E quante parole Viola ritiene di spendere per la doppiezza arafattiana, quella della tesi in inglese e dell’antitesi in arabo? E della leggenda ripetuta alla nausea di Israele finanziatore di Hamas per indebolire la corrotta satrapia di Al-Fatah, per decenni gabellata dalla sinistra come modello di laicità nel mondo arabo?
Un vero schema mentale, questo. Bin-Laden? Un tempo era il nostro figlio di puttana, contro l’Unione Sovietica, così come Saddam lo era con l’Iran. Vero? Falso? O solo verosimile, il migliore argomento retorico-propagandistico della sinistra intellettuale? Non ripeteremo quanto abbiamo già scritto in più e più occasioni: Israele è l’unica democrazia della regione mediorientale. Avete mai sentito qualche grillo parlante alla Bertinotti sposare la tesi del “due stati, due popoli, due democrazie“? Noi no, non è politicamente corretto chiedere ai palestinesi di divenire una democrazia e di abiurare la propaganda islamo-nazista di annientamento dell'”entità sionista”.
Ma non perdete la fiducia: prima o poi, qualche revisionista progressista spunterà all’orizzonte. I decenni volano, quando ci si diverte.
Vedi anche: Magdi Allam, Stato palestinese addio