Questa digressione statalista [di Berlusconi su Alitalia “compagnia di bandiera” da difendere, ndPh.] ha messo in imbarazzo i liberisti di area pidiellina. Silenzi tattici (alla vigilia della presentazione delle liste, Daniele Capezzone è muto), scarse tracce alitaliane nel sito Tocqueville, che ospita prevalentemente blogger lib, notizia seminascosta dal Giornale (undici righe undici), il quotidiano che nei giorni scorsi, alla vigilia della presentazione del programma, aveva fatto campagna preventiva contro la minaccia di una piattaforma non liberista. Giavazzi, che era stato pessimista sul programma del Pdl, dice: “Secondo me, la spinta liberalizzatrice in realtà non l’hanno mai avuta, i liberali sono stati spesso silenziati. In fondo l’unica norma liberista della scorsa legislatura fu la legge Biagi, per il resto il centrodestra è stato vittima delle lobby. Pensavo che dopo due anni di opposizione ci sarebbe stata una riflessione, sbagliavo. Quanto al programma, leggo di dazi e quote, che servono a difendere le imprese che non ce l’hanno fatta, e non quelle che hanno vinto la loro sfida”. (Il Foglio)
Liberale, alza la voce
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