I mercati azionari segnano oggi l’ennesima giornata di forti ribassi, mentre il differenziale di rendimento tra titoli tedeschi ed italiani si avvicina, sulla scadenza decennale, ai 70 punti-base (erano circa 30 la scorsa estate). Nel frattempo, il mercato del lavoro statunitense è ormai in recessione, e la crisi creditizia peggiora quotidianamente, con allargamenti degli spread.
Gli hedge funds sono costretti a far fronte alle chiamate-margine (in sostanza, a fornire altri fondi a garanzia di posizioni debitorie sulle quali la garanzia è rappresentata da titoli il cui valore si è nel frattempo significativamente ridotto), e si sbarazzano di tutto, inclusi i nostri Cct e Btp. Malgrado queste liquidazioni, alcuni hedge sono costretti a gettare la spugna, ed il circolo vizioso si ripete e si amplifica, sconfinando nel panico e costringendo la Fed ad aumentare le iniezioni di liquidità nel sistema attraverso il meccanismo delle aste di pronti-termine.
L’allargamento del differenziale tra Italia e Germania è da imputare al forte aumento di volatilità sui mercati, oltre che a flussi di liquidazione forzosa (vere e proprie fire-sales) di operazioni costruite nel tempo sui titoli dei paesi periferici come il nostro. Non è quindi, almeno per ora, attribuibile ad un repricing del rischio-Italia. Ma certamente l’esito finale sarà un aumento dell’onerosità media del servizio del debito italiano che aumenterà la spesa pubblica, sottraendo altre risorse alla crescita e sommandosi al calo delle entrate fiscali che il rallentamento congiunturale porterà inevitabilmente con sé.
Improvvisamente, tutta la campagna elettorale italiana sembra ancor più surreale, con le sue tasse di scopo, i suoi improbabili nuovi miracoli economici, i suoi atterriti e provinciali no-global di complemento. Con questa tendenza macroeconomica, la nuova legislatura sarà un’ottima occasione per diventare adulti, e dire finalmente la verità al Paese.