Pare proprio essere la Regione Sicilia. Non c’è solo un problema di entrate, nel senso di evasione fiscale massiccia e diffusa nel Mezzogiorno, come ampiamente documentato, ma anche uno di irresponsabilità di spesa, che va quindi agevolmente fuori controllo. Non sappiamo se il problema risieda nello statuto speciale o in altro, è poco rilevante.
Quello che rileva è che, con questa propensione alla spesa, avviare un federalismo fiscale che sia meno che responsabilizzante e sanzionatorio delle condotte dissipatrici degli enti locali porterebbe l’Italia dritta in Argentina, e oltre. Va bene la compensazione delle esternalità negative all’ambiente causate dalle raffinerie basate in Sicilia, va meglio la “fiscalità di vantaggio” (che noi pensavamo la Sicilia avesse da alcuni decenni, nel senso di spreco di denaro dei contribuenti del resto d’Italia), ma prima di avviare il federalismo fiscale occorre chiedersi quanto debba essere lunga la catena fiscale al collo degli enti locali che non hanno propriamente una storia di morigeratezza finanziaria. Date le premesse, “Modello Lombardo” è meglio resti un sostantivo seguito da un aggettivo, non da un cognome.