In morte del PPIP

La Federal Deposit Insurance Corporation, per gli amici FDIC, ha ieri annunciato di avere rinviato a tempo indeterminato un programma-pilota da un miliardo di dollari, previsto per questo mese, finalizzato ad aiutare le banche a liberarsi degli attivi tossici, che ora si chiamano legacy loans. Ora le banche si sentono molto più forti grazie, in ordine cronologico, all’ammorbidimento delle regole contabili di mark-to-market, agli esiti benevoli (soprattutto per lo scenario utilizzato) degli stress test, e della successiva forte raccolta di mezzi propri sul mercato, aiutata in modo determinante dal mega-rally di borsa in atto da inizio marzo.

Ora le banche sono più capitalizzate e liquide, oltre a poter contare su grassi margini di interesse, con un costo della raccolta che è ridicolmente basso e spread molto robusti applicati sui prestiti, condizione che sta lentamente riparando i loro bilanci. What a wonderful world. Poi è vero, c’è un settore del commercial real estate che sta per morire, ci sono le carte di credito che stanno per cadere dalla scogliera, ma per oggi va tutto bene, madama la marchesa. Se vogliamo vedere un aspetto positivo della vicenda possiamo dire che almeno ai contribuenti è stato evitato l’ennesimo salasso, che sarebbe accaduto con il finanziamento da parte della FDIC (con una leva pari a sei) del riacquisto a valore di libro, che è prossimo alla parità, di attivi (soprattutto i loans) che valgono anche due terzi di meno.

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