Tentando di analizzare il motivo della sottile inquietudine che la coglie ogni volta che ascolta “Ma il cielo è sempre più blu” del grande Rino Gaetano, anche nella cover di Giusy Ferreri, Galatea giunge alla conclusione che quella canzone avrebbe potuto essere scritta ieri, e non nel 1975, tanto fedele è la descrizione di un paese pietrificato che da essa emerge. E’ questa la radice della profetica genialità di Rino Gaetano, a ben vedere: provate a rileggere il testo di “Nun te reggae più“, scritta nel 1978, e ne avrete sconcertante conferma.
Gaetano era troppo ironico per dare ai suoi brani quel carattere di ottimismo panglossiano che oggi qualcuno, per finalità pubblicitarie, ha invece ritenuto di attribuire a “Ma il cielo è sempre più blu“. A proposito di magnifiche sorti e progressive della clientela bancaria, ci sovviene quella campagna di un lustro fa di una grande banca italiana, che decise di utilizzare una cover di Bittersweet Symphony dei Verve per promuovere i propri prestiti personali. Anche in quel caso, pur a fronte di uno splendido brano, sarebbe stato opportuno verificare il testo. In effetti, non era esattamente ottimale pubblicizzare prestiti personali usando una canzone che diceva, più o meno
Perché è una sinfonia agrodolce, questa vita
Cercare di sbarcare il lunario
Sei schiavo del denaro e poi muori
Ma non sottilizziamo, sono pur sempre banche.