Ma che ve lo dico a fare?

Nel mese di luglio 2010 il tasso di disoccupazione italiana è stato pari all’8,4 per cento, sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente. E come ha commentato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi?

«La situazione dell’occupazione nel mese di luglio rimane sostanzialmente stabile. Mentre in Europa la disoccupazione non scende sotto il 10 per cento, il tasso di disoccupazione scende in Italia di un altro 0,1 per cento sul mese precedente, attestandosi all’8,4 per cento e la stessa disoccupazione giovanile scende dello 0,6 per cento. La situazione rimane certamente preoccupante, ma sarebbe colpevole non riconoscere il dato oggettivo di un differenziale positivo con l’Europa e di una tendenza negativa sostanzialmente fermatasi»

Scusi, Sacconi, abbia pazienza, ché a noi è già scappata da tempo.

Lei ha per caso letto il rapporto mensile dell’Istat? Se no, gliene leggiamo noi alcuni passaggi “comunisti”, in quanto negativi. Aggiungiamo anche il grassetto, in caso andasse di fretta:

Il tasso di occupazione e? pari al 56,9 per cento, in diminuzione rispetto a giugno di 0,1 punti percentuali e di 0,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

E ancora:

Il numero di inattivi di eta? compresa tra 15 e 64 anni a luglio 2010 aumenta dello 0,5 per cento rispetto a giugno e dell’1 per cento rispetto luglio 2009. Il tasso di inattivita?, pari al 37,8 per cento, e? in aumento sia rispetto al mese precedente (+0,2 punti percentuali) sia rispetto a luglio 2009 (+0,3 punti percentuali).

Se abbiamo un aumento del tasso di inattività ed una riduzione del tasso di occupazione, ministro Sacconi, lei saprebbe spiegarci per quale diavolo di motivo dovremmo rallegrarci di una riduzione frazionale e statisticamente irrilevante del tasso di disoccupazione, cioè della sua invarianza? Lei sa contare? E la riduzione dello 0,6 per cento mensile della disoccupazione giovanile, quella nella fascia di età tra 15 e 24 anni, siamo sicuri che non derivi a sua volta da un aumento degli inattivi, cioè degli scoraggiati? Un vero peccato che Istat non fornisca questa disaggregazione.

Ma per lei è meglio così, ministro Sacconi. Le permetterà di continuare a ostentare un ottimismo lunare, di pontificare di “stabilizzazione” del mercato del lavoro e di “riduzione” della disoccupazione giovanile, condendo il tutto con quell’aggettivo che ha partorito, nel Sessantotto, il celeberrimo avverbio “oggettivamente”. Purtroppo qui di oggettivo ci sono solo malafede e/o ignoranza, è quella la tragedia italiana. Oggettivamente.

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