- Smettere di usare la parola “mercatismo”, men che meno la psichedelica variante “mercatismo assoluto”. Il termine in sé non significa assolutamente nulla; si evitino sudditanze culturali, soprattutto se il “modello culturale” è il tremontismo;
- Smettere di usare espressioni logore e vuote come “patto tra capitale e lavoro”, che ricordano molto la “politica industriale” di napolitaniana memoria;
- Smettere di pagare lip services al concetto di “quoziente familiare”, per le stesse motivazioni di cui al punto 1, soprattutto quando nessuno nella politica italiana si è ancora preso la briga di dettagliare come va costruito un quoziente familiare (e sappiamo che ci sono molti modi per farlo, alcuni virtuosi altri disfunzionali);
Per il resto, alcuni spunti interessanti.