Riflessioni sulla diseguaglianza

Albert Edwards, strategist di Société Générale nonché storico previsore di sciagure per mercati e congiuntura, sarà anche uno dei privilegiati dalla tendenza all’aumento verticale della disuguaglianza verificatosi negli ultimi anni, ma si esprime come un no-global convinto, oltre che lievemente cospirazionista.

In una sua recente nota, Edwards scrive infatti:

«Molti commentatori, incluso il sottoscritto, pensano che non sia un caso che prima di questa crisi la diseguaglianza negli Stati Uniti e nel Regno Unito abbia raggiunto livelli estremi. Molti pensano che ci sia una relazione causale da livelli estremi di diseguaglianza alla crisi. Come? I banchieri centrali, perseguendo policy che hanno consentito alle classi medie di indebitarsi a fronte di prezzi crescenti degli attivi, hanno fatto in modo di mantenere i consumi [delle classi medie] malgrado la stagnazione dei loro redditi e quindi hanno occultato l’effetto di politiche governative che hanno consentito ai ricchi di acquisire virtualmente tutti gli aumenti del Pil»

«E nel processo di “derubare” le classi medie ed ora di tentare di mantenere i prezzi degli attivi artificialmente elevati, stanno anche derubando i nostri figli della capacità di comprare un’abitazione a prezzi convenienti. Tuttavia i banchieri centrali vedono ancora l’easing quantitativo come la chiave per mantenere l’illusione della prosperità ed alimentare la spesa dei consumatori! Scriverò ancora sul ruolo di alti livelli di diseguaglianza nel causare la recente crisi in un prossimo paper. Ma con la disoccupazione giovanile schizzata alle stelle negli ultimi anni (credereste che è al 40% in Spagna?), i policymakers farebbero meglio a costruire le barricate per la resistenza. Perché, come diceva mia madre, “il diavolo lavora al posto di chi sta con le mani in mano”

Quella di Edwards è una lettura drastica ed arrabbiata. Noi non crediamo sia mai esistito un disegno preordinato di “cattura” della crescita del Pil da parte delle “classi ricche”, puntellato dall’espansione dell’accesso al credito per risarcire illusoriamente i “derubati” della classe media. Ma resta che, storicamente, fasi di forte aumento della diseguaglianza hanno preceduto periodi di gravi crisi economiche e, soprattutto, finanziarie. Forse una riflessione sul fenomeno, pur se non nei termini indicati da Edwards, andrebbe fatta.

Pensate all’evoluzione storica dei multipli tra la retribuzione dei top manager e quella della base dei lavoratori, nel percorso da Vittorio Valletta a Sergio Marchionne. Per non parlare della buonuscita di Alessandro Profumo. Esiste una base oggettiva od oggettivabile per il fenomeno, ad esempio inquadrandolo nel più generale aumento esponenziale della liquidità nel sistema economico globale verificatosi negli ultimi anni? Oppure è la globalizzazione che, ampliando il capitale umano disponibile tramite l’accesso ai mercati, determina una tendenziale riduzione della povertà assoluta ma anche un aumento della diseguaglianza?

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