Per Jeffrey Miron, economista libertario statunitense, la reintroduzione di una qualche forma di gold standard, al fine di controllare l’espansione dell’offerta di moneta ed evitare perturbazioni monetarie, è solo un’illusione:
«Più in generale, un gold standard è un tentativo del governo di legarsi le mani ed evitare quindi variazioni discrezionali nell’offerta di moneta che potrebbero causare inflazione o perturbare in altro modo l’economia. Come accaduto con altri tentativi di evitare discrezionalità di policy con una sistemazione istituzionale (ad esempio banche centrali indipendenti, emendamenti per pareggio di bilancio, trust funds, casseforti) è probabile che questo tentativo fallisca. Fin quando esisteranno pressioni politiche per una cattiva condotta, il governo tipicamente troverà un modo per rispondervi, indipendentemente dai vincoli istituzionali. Peggio ancora, fingere di aver risolto il problema con una soluzione istituzionale può generare un falso senso di sicurezza e distrarre dalla gestione dei fondamentali»
E’ l’antica dicotomia delle società umane, la contrapposizione tra regole e discrezionalità , portata all’estremo grado di cogenza, oltre che di illusione. Sarà interessante vedere come la tradizionale autodisciplina teutonica riuscirà a gestire il vincolo costituzionale al pareggio di bilancio che entrerà in vigore tra qualche anno.
P.S. – …E comunque la banca centrale controlla la base monetaria, non l’offerta di moneta. La seconda deriva dal moltiplicatore, che a volte (in questa crisi, ad esempio), scompare.