La panglossiana omeostasi dello zio Alan

Nei giorni scorsi Alan Greenspan ha argomentato, sul Financial Times, contro i rischi della regolazione dei mercati finanziari attuali, caratterizzati da opacità ed interazioni complesse, del tipo “black box“. La predica, per sé, potrebbe anche essere condivisibile, se non fosse per il pulpito da cui proviene, che è quello di un personaggio che ha decisivamente contribuito alla crisi finanziaria in cui il mondo occidentale ancora si trova oggi, a distanza di oltre due anni.

Contributo omissivo e commissivo, come sappiamo. Di certo, la tesi dell’ignoranza discernitiva del sistema finanziario, pur se dotata di ragionevolezza, non si applica al caso di Greenspan, che ha avuto sotto gli occhi per anni le prassi di credito predatorio quando non propriamente truffaldino del sistema finanziario americano, ma ideologicamente ha preferito non fare nulla ritenendo che gli squilibri sarebbero stati corretti da un sistema che, a suo giudizio, non conosce mai andamenti esplosivi ma solo mean reversion in un trend panglossianamente ascendente. Nell’editoriale per Ft, però, c’è un passaggio che ha scatenato un putiferio di reazioni oscillanti tra l’oltraggio ed il dileggio, ed è questo:

«Oggi i mercati competitivi, che siamo disposti a riconoscerlo o meno, sono guidati da una versione internazionale della “mano invisibile” di Adam Smith, che è irrimediabilmente opaca. Con alcune rilevanti eccezioni (il 2008, ad esempio), la “mano invisibile” globale ha creato tassi di cambio, d’interesse, prezzi e salari relativamente stabili»

Apriti cielo. Subito in rete si è scatenata la caccia agli esempi di questi cigni neri agli steroidi, che s’incaricano di devastare un quadro paciosamente omeostatico. Di rilievo il contributo dei lettori al contest lanciato da Henry Farrell sul suo blog. Il vincitore, a giudizio del padrone di casa, è:

«Con alcune rilevanti eccezioni,  la signora Lincoln si è goduta la commedia»

Noi riassumeremmo precetti e opere greenspaniane in questo modo:

«Con alcune rilevanti eccezioni, Alan Greesnpan ha avuto ragione su tutto»

Voi però fate uno sforzo, e leggetevi gli oltre 350 contributi. Alcuni meritano.

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