Che un solo vertice europeo (in realtà l’ennesimo, ma fa lo stesso) non potesse risolvere l’eurocrisi, lo avevamo intuito anche prima che Angela Merkel gettasse l’abituale acqua sul fuoco delle aspettative. Ci era pure andata bene, visto che di solito i tedeschi sul fuoco buttano non acqua ma benzina. Passato il vertice, però, sono ricominciati i bombardamenti politico-mediatici teutonici.
Ieri è stato nuovamente il turno di Wolfgang Schaeuble, che ha ipotizzato che ai paesi in assistenza EFSF possano essere tolti i diritti di voto comunitario. La cosa ha un senso? Forse si, forse no. A noi ricorda molto le riparazioni inflitte alla Germania con il Trattato di Versailles, ma non vorremmo esagerare. Al contempo, Schaeuble si oppone a fornire carta bianca alle operazioni dell’EFSF. E questo lo potevamo intuire da subito.
Il problema è che sappiamo da subito che 440 miliardi di capitale e garanzie non serviranno a nulla, e che il fondo dovrebbe essere di almeno 3000 miliardi di euro. Le domande sorgono spontanee: perché tutti questi dettagli operativi non sono stati affrontati nel vertice di giovedì scorso? O meglio, in tutti quelli che lo hanno preceduto? Forse perché si tratta di questioni dirimenti, la cui analisi avrebbe portato a far saltare il banco per mancanza di volontà politica ad andare oltre, ben oltre, quanto fatto finora?
Se così è, siamo di fronte ad un branco di inetti (o di criminali) che stanno distruggendo l’economia di un’area di oltre mezzo miliardo di persone. Quello che è certo è che bisognerebbe piantarla, una volta per tutte, di fare vertici “risolutivi” solo per sentire, dall’indomani, l’immancabile tedesco che precisa, puntualizza, chiosa, critica. Abbiate gli attributi e l’onestà intellettuale di affrontare i problemi nelle sedi deputate, per una volta nella vostra verbosa esistenza.
Piccola nota a margine per la Commissione Finanze della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana: che ne direste di denunciare anche Schaeuble e la Merkel per aggiotaggio? Di certo il loro ruolo e responsabilità, come market mover, non è minore di quello delle agenzie di rating.