C’era una volta nel credito in Italia

Una fiaba sfortunatamente non a lieto fine, narrata su Alphaville da Lisa Pollack su testo di Barclays. Vi si racconta la storia delle banche di una terra di nome Italia, che erano fortemente indebitate perché impegnate a prestare a destra e a manca soldi ottenuti finanziandosi con propri bond. Fino al triste giorno in cui il mercato rifiutò di comprare quei bond, che avevano cominciato a fare “cattivo odore”…

Le banche si spaventarono, perché i risparmiatori prestavano loro sempre meno soldi, e per quei pochi soldi prestati esigevano una elevata remunerazione. Le banche non riuscivano più a finanziare tutti i prestiti in essere. Fin quando un cavaliere italiano giunse su un destriero a consegnare alle banche enormi quantitativi di liquidità. E vissero tutti felici e contenti, ma per poco. Risvegliatesi a marzo, le banche scoprirono che avevano comunque prestato troppo, che i risparmiatori le stavano ancora abbandonando e che da oltre le Alpi, dalla città svizzera di Basilea, spirava un vento gelido che le costringeva ad avere più capitale. Per giunta, le banche avevano prestato al loro sovrano molti dei soldi donati loro dal Cavaliere italiano. Qualcosa di cui sarebbero giunte a pentirsi.

La morale della fiaba, scritta dagli analisti di Barclays?

«Pensiamo che le banche italiane resteranno condizionate dai problemi sovrani dell’Eurozona come anche da queste rilevanti sfide di business model e funding gap. Le valutazioni sono depresse, ma altre banche a buon mercato in altri paesi possono a nostro giudizio offrire agli investitori azionari un miglior ritorno corretto per il rischio»

E per ora il lieto fine del sistema banco-sovrano è rimandato.

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