Cessazione continua, come è finita

In quella che è stata la giornata nera di Giuliano Poletti, che ha pure dovuto annunciare al popolo (ciellino e non), che gli ultimi quattro decreti legislativi di attuazione della legge delega sul lavoro non sarebbero passati dal consiglio dei ministri odierno (“c’è tempo, la delega scade a metà settembre”), ci pregiamo di segnalarvi il più che probabile arrivo a compimento della norma “solidale” a beneficio dei dipendenti di aziende defunte ma che, malgrado ciò, stanno per cambiare proprietà. Non stupitevi, e non chiamate un ghostbuster né un esorcista.

Come informa il Sole di oggi,

«Sul fronte della revisione degli ammortizzatori sociali, tra le ultime modifiche apportate spicca il rafforzamento del regime transitorio per le imprese in crisi, che cessano l’attività, ma è pronto un nuovo acquirente: in questi casi, per agevolare il trasferimento (con conseguente riassorbimento occupazionale) nel 2016 si potranno concedere, in deroga alle nuove disposizioni, 12 mesi in più di cassa integrazione straordinaria (rispetto ai 6 mesi in più in origine previsti); nel 2017 la Cigs “transitoria” potrà essere di 9 mesi,e nel 2018 di 6mesi. L’estensione è finanziata da un fondo di 50 milioni per ciascuno dei tre anni, 2016, 2017 e 2018»

A noi resta il dubbio: se un’azienda è cessata, significa che non ce la poteva fare. Quindi che, tra le altre cose, i suoi organici erano moderatamente ridondanti, diciamo. Per quale motivo erogare 12 mesi di Cigs ai suoi dipendenti, anziché farli accedere alla “normale” Naspi? In tale contesto esiste davvero una cosa chiamata “riassorbimento occupazionale”. La risposta la conosciamo, ma è utile rifarsi la domanda. Queste sono le concessioni alla sinistra Pd (e non solo), che di fatto moltiplicano le deroghe al sistema, e ne affossano la sostenibilità economica

Oltre alla fattispecie metafisica di “azienda cessata in continuità” continua a non essere chiaro, come vi dicevamo lo scorso anno, in che modo sia possibile stabilire che un’azienda cessata abbia sottomano un nuovo acquirente, se non vi è immediata manifestazione di interesse da parte di quest’ultimo. Forse con un paragnosta che scruti il futuro? Interessante questa resurrezione delle aziende cessate: confuta il noto proverbio secondo il quale “sinché c’è vita, c’è speranza”. Qui la speranza e la cig ci sono anche oltre la morte (aziendale). Attendiamo l’implementazione pratica del precetto, ammesso che arrivi al traguardo, ma è evidente che si tratta di escamotage per prolungare di un anno la Naspi.

Si prosegue con le finzioni e gli autoraggiri, quindi. Caro ci costa, la sinistra Pd. Tanto, alla fine dei giochi si può sempre dire che è colpa del liberismo e che serve una patrimoniale “a botta secca”, no?

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