I litigiosi gemelli Padoan

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è diventato entusiasta sostenitore del valore taumaturgico del taglio della Tasi, a cui annette un potenziale impressionante, legato non solo al “recupero di fiducia” da parte dei contribuenti, ma anche la capacità di stimolare l’industria delle costruzioni. E tutto, pensate, per la modica cifra di 3,5-4 miliardi di euro, cioè circa 220 euro per proprietario di prima casa. Ma perché diavolo non averci pensato prima?

E quindi,

«(…) l’abbattimento della Tasi è relativamente più efficiente perché dà un sostegno alla fiducia ed è un elemento fondamentale per la ripresa dei consumi»

Ed anche

«Abbattere le tasse sulla casa è un modo, sia pure indiretto, di sostenere l’industria delle costruzioni, uno dei pezzi ancora in ritardo dell’economia italiana. L’abbattimento della Tasi sulla prima casa riguarda l’80% degli italiani»

Quello di oggi è il Padoan gemello di quello che, due anni e mezzo addietro, si esprimeva in questi termini;

Per favorire la crescita “bisogna tagliare nell’ordine le tasse sul lavoro, poi sul capitale, poi sui consumi e soltanto alla fine quelle sulla proprietà”. Lo ha detto il capo economista Ocse, Pier Carlo Padoan, intervenendo su SkyTg24 a proposito di un taglio dell’Imu sulla prima casa. “Questa – ha aggiunto – è un’evidenza che offriamo al governo”. “Per tagliare le tasse – ha spiegato ancora Padoan – bisogna trovare la copertura, e con un debito elevato questo è indispensabile” (LaPresse, 3 maggio 2013)

Certo, Padoan versione 2015 puntualizza che le condizioni sono diverse dal 2013, perché il governo “ha già operato due tagli sul costo del lavoro”, probabilmente intendendo il taglio Irap sulla componente di costo del lavoro relativo alle posizioni a tempo indeterminato e, soprattutto, la decontribuzione triennale per gli assunti nel 2015, che tuttavia è selettiva e rigorosamente a termine, quindi tutto fuorché “strutturale”. Non a caso i nostri eroi stanno scervellandosi per capire se e come è possibile prorogare anche il prossimo anno la decontribuzione. Anche quella costa soldini e gli impieghi di risorse scarse, come i gemelli Padoan potrebbero confermarvi, richiedono coperture. O forse no, forse la frase di oggi di Padoan chiude il discorso, e non serviranno proroghe di decontribuzione, perché basterà il boom dei consumi indotto dalla eliminazione dei 220 euro medi sulla prima casa. Ganzo, no? In che modo sia poi possibile “rilanciare l’edilizia” tramite il taglio della Tasi, va oltre la nostra capacità di comprensione, ma certamente si tratta di nostro limite. Forse che tutti i proprietari della propria abitazione correranno a venderla per acquistarne un’altra più grande? Mistero.

La discussione tra i gemelli Padoan prosegue. Padoan 2013 rimprovera a Padoan 2015 di non aver ridotto le imposte sul consumo, ma quest’ultimo replica pugnace: “Beh, però stiamo cercando di non alzarle a causa delle clausole di salvaguardia, dici che questa non può essere una potente iniezione di fiducia?” Quanto alle imposte sul capitale, visto il feroce aumento di tassazione sui frutti del risparmio investito in strumenti diversi dai titoli di stato, Padoan 2013 è furioso ma Padoan 2015 gli ribatte: “ma è stata colpita la rendita improduttiva! Infatti i titoli di stato, che sono notoriamente un investimento produttivo, non sono stati tassati di più e comunque abbiamo in previsione il calo delle imposte sulle società, tra un paio di anni”.

A questo punto, Padoan 2013 tira uno scappellotto a Padoan 2015 e gli dice: “ma che ca…volo dici, hai bevuto?” Al che Padoan 2015 replica “E se anche fosse? Così la pianterete tutti di dirmi che l’economia è una scienza triste, guarda quanta gente ride di gusto per quello che dico!”

Addendum – Abbiamo un problema col giornalismo italiano, la nota discrepanza tra titoli e notizie. Ma è solo un problema in più:

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