L’universo parallelo del prudente Padoan

Intervenendo ieri alla presentazione dei risultati del programma ‘Industria 4.0’ con i colleghi Carlo Calenda, Valeria Fedeli e Giuliano Poletti, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha ribadito che il paese è sulla strada giusta, come misurata dal rapporto debito-Pil, che è (lo sapete, no?), l’unica metrica realmente importante per capire dove stiamo andando e con che passo. Quello che non ci torna è che Padoan ha forse ecceduto nell’ottimismo e nelle comparazioni internazionali.

Padoan (va detto subito, a suo merito) in queste settimane di vigilia della Nota di aggiornamento al Def, e soprattutto di avvicinamento alla legge di Stabilità dell’anno elettorale, mostra grande cautela e professa rigore, o meglio raziocinio, parlando di “sentieri stretti”, che sono effettivamente tali, ma anche per tenere a distanza le termiti della spesa pubblica, quelle dei concorsoni e delle mance-bonus. Ci sono “pochissime risorse”, “dobbiamo fare molti più passi avanti, non c’è assolutamente spazio per sentirsi soddisfatti”. Parole sante, soprattutto considerando che dentro governo e maggioranza sono ancora in molti a non aver capito che la revisione al rialzo della crescita reale non serve a nulla, e non genera “tesoretti”, se in parallelo non lievita anche quella nominale, cosa che per il momento non accade. Quindi plauso al ministro ed al suo realismo, che gli deriva dal fatto di non dover partecipare alla campagna elettorale.

Tuttavia, come spesso gli è accaduto in questi anni, Padoan alterna momenti di grande realismo ad altri in cui si fionda in una sorta di universo parallelo, forse per non apparire troppo grigio, nella sua cautela. Quella regola si è confermata anche ieri, in questa frase del ministro:

“Una situazione di finanza pubblica difficile come quella italiana sta migliorando” sia in termini di deficit, “sia con la cessazione della salita del debito, che in tutti gli altri paesi continua a salire. Noi siamo un Paese ad alto debito in cui il debito però ha smesso di salire e speriamo molto presto vedere una inversione di tendenza che sarebbe un segnale davvero importante” (Ansa, 19 settembre 2017)

Ora, giuro che non mi ero accorto che in “tutti gli altri paesi il debito continua a salire”. Di conseguenza ho controllato su Eurostat ed ho fatto alcune scoperte. Ad esempio, che il rapporto debito-Pil, al primo trimestre di quet’anno, è in calo pressoché ovunque. Guardate la tabella a pagina 4, riferita al primo trimestre di quest’anno, e riprodotta qui sotto se siete tra quanti ignorano i link. Per l’Italia l’indebitamento passa da 132,6% del quarto trimestre 2016 al 134,7%.

Se volessimo compararla, per amore di (de)stagionalità, col primo trimestre 2016, scopriremmo che noi ci siamo effettivamente stabilizzati. Anzi, che abbiamo migliorato del famoso decimo di punto percentuale che ha portato Marco Fortis a fare la ola nelle scorse settimane. Ma altri paesi hanno fatto decisamente meglio. L’unico paese che ha fatto manifestamente peggio, nel confronto tendenziale sul primo trimestre, è la Francia: da 97% a 98,7%. Per il resto, in Eurozona sul tendenziale del primo trimestre le cose vanno meglio a Belgio, Germania (e vabbè), Spagna, Grecia (!), Olanda, Austria (entrambe con impressionante taglio di indebitamento, dell’ordine di 4-5 punti percentuali di Pil), Finlandia. Se invece volete verificare i consuntivi annui, andate qui e osservate.

Non è chiaro perché Padoan sia arrivato ad un simile svarione. Ma se riuscirà a tenere a freno le termiti, gli perdoneremo queste licenze oniriche. Se poi il rapporto debito-Pil iniziasse a calare sul serio, saremmo i primi a felicitarci. Anche se, un minuto dopo, le termiti tornerebbero padrone del campo, con mance, pensioni e concorsoni.

Debt GDP Q1 2017 EU EA

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