Res sunt consequentia nominum

Ieri l’altro, il M5S ha deciso di pubblicare una simpatica infografica sulle cosiddette pensioni d’oro, il tema che serve a mantenere idratata la bava alla bocca degli onesti cittadini, impedendone l’essiccazione, e quindi a prendere tempo in attesa che nuovi meravigliosi spin prendano forma. Il grafico è effettivamente a prova di idiota elettore, ma i problemi restano irrisolti nell’ambito che dovrebbe concretizzare l’impresa, quello del wording legislativo.

Lo spin è questo:

Il problema, invece, è che nel testo della proposta di legge D’Uva-Molinari, depositata a inizio agosto alla Camera, del ricalcolo contributivo proprio non c’è traccia. In quel testo di legge, che vi agevolo nuovamente, si parla solo di fattori di rettifica attuariale, cioè di rapporti tra coefficienti di trasformazione, che col ricalcolo su base contributiva c’entrano assolutamente nulla.

Quindi, la situazione non né grave né seria ma direi piuttosto affascinante: abbiamo un partito della coalizione che insiste con la favoletta del ricalcolo contributivo ma ha co-firmato una proposta di legge che di quel calcolo non reca traccia alcuna; e l’altro partito della coalizione, che a sua volta è cofirmatario, insiste con suoi esponenti di punta e di tacco a dire che il ricalcolo contributivo è sacrosanto, e ci mancherebbe pure, signora mia.

Nel mezzo del minuetto, abbiamo un vicepremier disperato che vede un’erosione di consenso al suo partito, e che sinora è riuscito solo a produrre rinvii di rinvii (qualcuno ha detto Ilva?), mentre è impegnatissimo a puntare il ditino contro il mondo che non gli consente di portare avanti con maggior speditezza le sue meravigliose idee. Siamo in una sorta di bolla lisergica, alimentata anche da quei giornalisti che non ritengono di chiedere un’intervista al vicepremier bisministro per domandargli la ragione di tale clamorosa discrepanza tra disegnini e testo di un articolato di legge. Pare che l’occasione sia sfuggita anche all’ottimo Peter Gomez, durante l’intervista a Di Maio ed all’improbabile Eroe dei due Mondi, al secolo Alessandro Di Battista.

Per contro, continuano le stucchevoli accuse di fake news (yawn) a quei giornali che hanno evidenziato l’ovvio, e cioè che, allo stato, non esiste alcun testo di legge che faccia riferimento ad un ricalcolo contributivo delle pensioni oltre gli 80 mila euro lordi annui. Sapevamo che l’essenza del populismo è proporre soluzioni irrealizzabili a problemi complessi. Con questa vicenda, siamo saltati di livello e raggiunto quello dell’universo parallelo di soluzioni irrealizzabili a problemi complessi. Quello in cui alle cose non corrispondono i nomi. O meglio in cui il nome determina la cosa. Se lo chiamo ricalcolo contributivo vuol dire che è un ricalcolo contributivo, che diamine. Vediamo quanto durerà ancora questo teatrino, dopo aver finito di trovare soggetti da incolpare, da Soros a Macron.

P.S. La versione breve di questo post, che potremmo definire executive summary, è: “Ma proprio non riuscite a vedere che vi stanno prendendo per il culo?”

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