Poiché nulla si inventa, men che mai in finanza, segnalo il lancio dell’ennesimo Etf (exchange traded fund, fondo passivo che riproduce un indice sottostante) basato secondo gli sponsor sullo stigma sociale. Simpatico il ticker, un malizioso acronimo, con cui questo strumento verrà negoziato in borsa. Ma questa è l’occasione per qualche riflessione aggiuntiva.
L’etf si chiama BAD, che sta per Betting, Alcohol, Drugs. Cioè attività che, secondo la società che lo ha creato, sarebbero colpite da stigma sociale. Dicevo che nulla si inventa: ricordate l’altro Etf denominato VICE? A parte ciò, non mi è chiaro perché farmaceutica e biotecnologia dovrebbero avere tale stigma.
Because I’m BAD
Forse in relazione alle nefandezze vere o presunte di Big Pharma. Oppure per la spinta alla regolamentazione da crescente accettazione sociale del consumo di cannabis. Ma, appunto, ciò che è sconveniente per me non lo è per qualcun altro, e viceversa. E il concetto di sconvenienza sociale muta nel tempo.
Allo stesso modo, non mi è chiaro perché escludere da questo etf armi e tabacco. Ma cosa hanno in comune questi investimenti, grattando sotto la superficie? La sopra citata “disapprovazione sociale” pro tempore, vera o presunta, che si traduce in elevato rischio regolatorio, cioè di nuove strette a determinati consumi. Ma esiste anche una cosiddetta “value proposition” in investimenti di questo tipo.
In primo luogo, si tratta spesso di prodotti o servizi che mostrano un comportamento anticiclico o comunque stabilità dei modelli di consumo, in espansione come in recessione. Poi, investimenti di questo tipo nascono per reazione alla marea verde degli investimenti cosiddetti ESG (Environmental, Social, Governance), che stanno riscuotendo grande successo ma che spesso si avvalgono di questa etichetta senza averne particolare titolo né merito.
l furbetti del greenwashing
C’è un problema non lieve di greenwashing, come sappiamo, cioè di verniciate di ambientalismo di facciata e buoni sentimenti, che spinge i gestori a comprare tali prodotti, spesso forzosamente in quanto inseriti nelle policy di investimento ammesso.
Questa robusta corrente di acquisti aumenta i prezzi delle azioni sottostanti e i relativi multipli rispetto agli utili. E produce quella situazione in cui il commerciale di turno dice al cliente, meglio se piccolo risparmiatore: “visto che con gli investimenti verdi e socialmente responsabili si fanno anche ottimi affari? È il migliore dei mondi possibili!”. Che bello avere certezze, nella vita. E trasformarle in business.
Una regoletta banale ma efficace dice che, se un investimento rende molto oggi, domani renderà meno. Ecco allora che, per reazione a investimenti divenuti “costosi” in quanto virtuosi, come quelli ESG, pare esservi spazio per altri “viziosi”, che spesso sono preclusi a molti gestori istituzionali, e di conseguenza tendono a scambiare a multipli più bassi. A parità di ogni altra condizione, ciò può servire a diversificare il portafoglio in modo efficiente.
La virtù è un venticello
Ovviamente, non sto dicendo che questo specifico prodotto raggiungerà questo obiettivo. Anche perché Pharma e Biotech sono in moltissimi indici “virtuosi” e non mi pare soffrano di multipli depressi, anzi. Dico solo che dove si forma stigma sociale si creano opportunità di investimento. Troppo cinico? Pensate che volevo essere solo descrittivo.
A dimostrazione di quanto labile e “collettivamente soggettiva” (perdonate l’ossimoro, non ho resistito) sia questa condizione di stigma, prendiamo il caso del nucleare che entra nella lista delle energie di “transizione” della Ue.
Che significa ciò? Che in tal modo le banche e più in generale gli investitori potranno mettere soldi in aziende che si occupano di energia nucleare, e dormire il sonno dei giusti ESG. Ma anche chi ha scelto di non essere alto e nobile in questo periodo riesce -forse- a trarre soddisfazioni dall’attività mineraria “sporca”, cioè dall’estrazione del carbone. Il futuro pare segnato ma il breve termine riesce sempre a mordere le nostre certezze. Come nei film horror dove il mostro esce da sotto il letto durante i titoli di coda.
Vizio o virtù, alla fine c’è un Etf per tutto, un po’ come i paper di ricerca.
Foto di Denis Doukhan da Pixabay