MO: GAZA; NON SPARATE RAZZI DA ZONE CIVILI,GRUPPO UMANITARIO
(ANSA) – GAZA, 3 GEN – Un appello ai gruppi armati della intifada affinche’ non sparino i loro razzi Qassam dall’interno di zone abitate e’ stato lanciato dal Centro palestinese per i diritti umani, (Pchr-Gaza).
In un comunicato il gruppo umanitario cita la morte della undicenne Ibtihal Abu Zaher la cui casa nel campo profughi di Jabalya (Gaza) e’ stata colpita direttamente due giorni fa da un razzo – risultato difettoso – sparato da militanti della intifada nella intenzione di centrare un obiettivo israeliano. ”Questo tipo di azioni mette in pericolo la vita di civili innocenti” rileva Pchr-Gaza secondo cui e’ necessario che i militanti evitino di lanciare i loro attacchi dall’interno di zone civili.
Da parte sua il quotidiano israeliano Maariv cita una fonte militare secondo cui a Khan Yunes (a sud di Gaza) le cellule dell’intifada specializzate negli attacchi mediante i mortai ”sono solite agire dall’interno di scuole, moschee ed ospedali”. La cosa – ha precisato la fonte – impedisce ai militari (israeliani) di rispondere al fuoco in maniera adeguata.
Reparti israeliani di terra hanno terminato ieri un raid di tre giorni a Khan Yunes nel corso del quale 13 palestinesi (in buona parte uomini armati) sono rimasti uccisi e diverse case sono state rase al suolo.
Apprendiamo quindi che, per la tutela dei diritti umani di rito palestinese, occorre non tanto evitare di sparare colpi di mortaio e razzi in direzione di abitazioni di civili israeliani, quanto evitare di farlo da luoghi palestinesi densamente popolati, stante la evidentemente scarsa perizia di chi confeziona e lancia questi ordigni. Non crediamo che il motivo di tale “consiglio” sia da ricercarsi nel tentativo di evitare che civili palestinesi innocenti vengano colpiti dalla risposta dell’esercito israeliano, perché abitualmente questa è esattamente il tipo di conseguenza che i promotori di queste aggressioni ricercano attivamente, come ad esempio affrontare per strada i militari israeliani mandando avanti donne e bambini palestinesi armati di fionde, dietro i quali si collocano abitualmente i combattenti armati di kalashnikov…