Negli Stati Uniti, la crescita dello stock di debito ha ormai raggiunto livelli tali da minacciare i piani di pensionamento della generazione dei baby boomers, e sta già danneggiando la prossima generazione, come mostra il crescente accumulo di debito per finanziare gli studi universitari.
I dati della Federal Reserve mostrano che, negli ultimi cinque anni, il valore della proprietà immobiliare delle famiglie è aumentato del 71 per cento, ma il debito ipotecario è cresciuto del 75 per cento, a causa della parziale monetizzazione dell’incremento di valore degli immobili, ottenuta soprattutto attraverso il ricorso agli Home Equity Loans, oltre che alla rinegoziazione dei mutui indotta dalla riduzione dei tassi verificatasi fino allo scorso anno. Al contempo, i prestiti finalizzati all’acquisto di auto ed i saldi a debito su carte di credito sono cresciuti del 27 per cento nell’ultimo quinquennio, ben oltre l’incremento di inflazione nel periodo, pari al 13 per cento. Nel frattempo, i genitori stanno scaricando sui figli l’onere del finanziamento degli studi superiori: nei decennio fino all’anno accademico 2004-2005, l’indebitamento degli studenti è salito del 194 per cento. Anche i pensionati stanno facendo la loro parte nella corsa al debito: tra le famiglie guidate da persona di età pari o superiore a 75 anni, nel 2004 il 40 per cento aveva una qualche forma di debito, contro il 29 per cento di tre anni prima. Si tratta di un mutamento (per alcuni di un tradimento) profondo delle abitudini finanziarie della famiglia media americana, rispetto all’oleografia che vedeva i padri impegnati a risparmiare per pagare gli studi universitari ai figli. I quali figli oggi iniziano le loro vite lavorative con un pesante fardello di debito, e rischiano concretamente di dover attendere l’eredità dei genitori per rimborsare lo stock di debito cumulato.
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