Leggendo questa intervista di Emma Bonino al Corriere, si viene colti da una sensazione che non sapremmo se ricondurre a prevalente stupore, indignazione o commiserazione. Si, perché leggendo il pensiero della nostra liberista e libertaria Emma, da sempre candidata (da Pannella) a qualcosa, da sempre destinata ad altrettante esaltanti sconfitte, da sempre adusa ad incespicare nei suoi (di Pannella) processi mentali, sempre più simili ad una chicane di gran premio automobilistico, si riesce a prendere coscienza (e senza utilizzare sostanze psicotrope) di quale e quanta ignoranza di temi economici esista in questo paese. E affermando questa triste verità facciamo un favore ad Emma, in nome della stima che avevamo per lei e della nostalgia per il suo periodo migliore, quello bruxellese, casualmente consentitole da una decisione antipartitocratica di Silvio Berlusconi. Si, perché l’unica chiave di lettura alternativa di questa intervista è che la Bonino sia ormai divorata dalla malafede politica.
In Italia siamo tutti commissari tecnici ed economisti: è il nuovo passatempo nazionalpopolare. Discettiamo di occupazione, inflazione, liberalizzazioni, teoria quantitativa della moneta con la stessa naturalezza con cui parliamo di calcio. Neppure Emma sfugge alla regola: eccola durante l’interrogazione, col suo immacolato grembiulino di prima della classe, dotata di eccezionali capacità di memorizzazione:
“La manovra ha l’obiettivo di agganciare la crescita europea, fondandosi sul risanamento strutturale dei conti pubblici, su una più forte capacità di spesa della maggior parte delle famiglie, sul recupero di competitività delle imprese”
Agganciare che? Risanamento strutturale di che? Maggior capacità di spesa di chi? In base a quali parametri le imprese starebbero recuperando competitività? Non si sa. Ma Bonino riesce a dare il meglio di sé in questa memorabile sequenza da Bagaglino:
“La rigidità della spesa pubblica non ha permesso di attuare tutta quell’azione di razionalizzazione e di riduzione della spesa che mi auguravo. Rispetto a questo ci siamo un poco allontanati dal Dpef. Nonostante ciò la manovra realizza 20 miliardi di tagli e 13 di entrate. D’altra parte ciò era necessario, vista l’eredità lasciata dal precedente governo. Un aumento del gettito si è quindi reso necessario e ineludibile, accompagnato però da una solida politica di redistribuzione.”
Una “solida politica di redistribuzione” basata sull’incapacità strutturale di tagliare la spesa corrente, che la Bonino trova “troppo rigida” rispetto alle attese (di chi?). Che tradotto vuol dire:
“Scusate se non riusciamo a scalfire le aree di privilegio corporativo del paese, scusate se finora non abbiamo liberalizzato una cippa. Scusate se nei prossimi due anni assumeremo nella “scuola pubblica-scuola pubblica-scuola pubblica” altri 150.000 precari, allontanandoci ulteriormente dai quozienti europei di produttività. Scusateci se abbiamo introdotto la tassa sui Suv anche per reperire risorse che serviranno a finanziare il rinnovo del contratto dei pubblici dipendenti (i più numerosi d’Europa, per incidenza sul totale della popolazione), il tutto senza minimamente introdurre differenziazioni retributive basate su parametri meritocratici, perché i sindacati non vogliono. E’ colpa del precedente governo. Abbiamo tagliato la spesa pubblica statale alla voce trasferimenti agli enti locali, ed abbiamo sbloccato la loro capacità impositiva. In tal modo, le famiglie potranno aumentare la propria capacità di spesa, recuperando 30 euro al mese in busta paga, per poter pagare parte delle nuove imposte locali. E’ colpa del precedente governo.“
Ma Emma è caparbia. Nelle prossime settimane, i collegati ai provvedimenti di liberalizzazione delle professioni saranno “il marchio della Rosa nel Pugno”. Wow. Dopo il segno di Zorro, il marchio della Rosa nel Pugno. Che dovrebbe essere un timbro sulla carta bollata delle azioni legali che a breve sanciranno la definitiva dissociazione, politica e non solo mentale, tra Sdi e radicali.
A leggere questa intervista, la Bonino dovrebbe definirsi l’ultima giapponese di Rifondazione, visto il modo in cui difende una Finanziaria indifendibile ed inemendabile, con le “parti sociali” (a cui Emma tributa nel corso dell’intervista un lip service degno dei discorsi sulle piazze del Primo Maggio), pronte a contestare i provvedimenti più cervellotici, come la piramide multilevel sul Tfr, a tutto scippo delle piccole e medie imprese. Ma non temete: su questa invereconda vicenda, Emma “è perplessa”. Chi ci salverà dalla deriva? Ma lui, il neocon de noantri, il presidente della Commissione Attività produttive della Camera, che tenterà di formare una “coalition of the willing” con spezzoni genuinamente liberisti dell’opposizione, per modificare la Finanziaria. Noi, a futura memoria, leggeremo avidamente le trascrizioni delle sedute della Commissione, e le dichiarazioni di voto del suo presidente.
E nel frattempo, appena si esce dal bosco dell’economia, ci si ritrova nel deserto dei provvedimenti libertari. E’ stato finora calendarizzato uno straccio di disegno di legge sui Pacs? Non ancora? Come mai? Che sia colpa “del governo precedente”? E sul testamento biologico? Non ancora, oggi c’è Pannella che vuole personalmente staccare la spina a Piero Welby, tutto il resto può attendere. L’importante è buttarla in caciara, e permettere all’ala clericale unionista di approntare le difese gridando all’eutanasia (che nel programma unionista non c’è), e finendo con l’ostacolare strumentalmente anche una “banale” regolamentazione della terapie palliative. E però, che volete che sia. Vedrete che, quando sarà il momento qualche brillante giovanotto, attualmente acquartierato dalle parti della Farnesina, ci spiegherà che “almeno con questi se ne può parlare”. L’importante è partecipare.
Mille e millanta, che tutta notte canta.
P.S. Sui temi economici, e sulla Finanziaria che tanto le piace per le sue capacità di irrobustire, con una “solida redistribuzione”, la capacità di spesa dei ceti più bassi, consigliamo alla Bonino ed alcuni suoi compagni di partito, in questo periodo stranamente poco reattivi nell’individuare nuove ed originali fonti informative nella blogosfera, l’articolo nella parte bassa di questa pagina e questo sito. Può sempre servire. Ad agganciare la crescita europea e a sganciare i luoghi comuni sull’economia.
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