Questa. Dove la giornalista del Corriere potrà apprendere, tra le altre cose:
- Che il numero di uninsured nella sanità statunitense è come la notizia della morte di Mark Twain: grandemente esagerato;
- Che la mortalità infantile è correlabile ad alcuni trend sociali, come la nascita di prematuri, a sua volta correlata alla età adolescenziale delle madri;
- Che il problema dell’obesità è a sua volta legato a stili di vita, oltre che ad una insufficiente educazione alimentare, con la quale la natura socializzata o meno del sistema sanitario c’entra ben poco:
Per il resto, siamo i primi a considerare largamente imperfetto il modello della sanità americana, a partire dalla elevata incidenza delle spese sanitarie sui costi delle aziende, causato dalla presenza quasi nulla di franchigia e di compartecipazione alla spesa, il vero problema dei costi della sanità statunitense.
Ma passare sotto silenzio il fatto che George W.Bush abbia contribuito all’aumento del deficit del Medicare, con l’introduzione della D Letter che rende gratuiti i prescription drugs per i soggetti ultrasessantacinquenni, senza verifica delle condizioni di reddito, ci sembra frutto di ignoranza e/o pregiudizio. Dia retta, Farkas, lasci stare il dottor House, è meglio.