Sono 21 milioni le famiglie italiane che trarranno vantaggi dalla manovra finanziaria del governo per il 2008, circa l’85 per cento del totale, con un beneficio medio di 177 euro annui. Lo afferma l’Isae nel suo Rapporto su politiche pubbliche e redistribuzione. Saranno invece nulli, sempre secondo le proiezioni contenute nel Rapporto Isae, gli effetti per il 13,8 per cento dei nuclei: meno del 2 per cento è svantaggiato, a causa principalmente dell’aumento dei contributi sociali sui lavoratori parasubordinati che, come noto, appartengono alla fascia reddituale più agiata del paese ed è giusto che contribuiscano al celebre “risarcimento sociale” di cui la maggioranza favoleggia da sempre.
L’analisi degli effetti della finanziaria sulle famiglie suddivise per reddito del capofamiglia, evidenzia però che i vantaggi della manovra toccheranno in maggior quantità (ops!) i nuclei più abbienti: 92,3 per cento rispetto alla media complessiva dell’84,7 per cento. La famiglie più povere ne saranno toccate solo per il 65,2 per cento; quelle di medio reddito per l’89,9 per cento. Tra i nuclei poveri, una fetta del 33,1 per cento non sarà toccata affatto dalla manovra (rispetto al 5,7% delle famiglie più ricche), mentre una quota dell’1,8 per cento ne trarrà addirittura svantaggi, quota che sale al 2 per cento per i nuclei familiari al maggior livello di reddito; la perdita media sarà di 37 euro e 60.
Prendendo in esame le singole misure, il Rapporto rileva che gli interventi sulla normativa Irpef migliorano la situazione per il 60,9 per cento delle famiglie (15 milioni circa), con un beneficio annuo medio di sontuosi 42 euro (ovviamente al lordo degli eventuali incrementi delle addizionali locali), mentre la manovra sulla casa porta benefici al 72 per cento dei nuclei, con un guadagno medio di 106 euro l’anno; infine, gli aumenti delle pensioni previsti dal Protocollo sul Welfare interessano l’11,7% delle famiglie, con un vantaggio annuo medio di più di 400 euro e, come detto, serviranno ad azzerare il numero di quanti, ultrasettancinquenni, avrebbero dovuto beneficiare della misura strappalacrime di esenzione dal canone Rai.
Dopo quella dell’Acquario e quella del Cinghiale Bianco, è giunta in Italia l’era della Redistribuzione. Più che fittizia, sembra molto una redistribuzione regressiva, ma non bisogna sottilizzare.
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Qui il testo del capitolo V della Relazione, sugli effetti distributivi sulle famiglie di Finanziaria e Protocollo Welfare.