La produzione industriale italiana è inaspettatamente calata in ottobre per il secondo mese consecutivo. Il calo è dello 0,3 per cento sul mese precedente, nel quale si era registrata una flessione dell’1,2 per cento (rivista al ribasso dall’originario calo dell’1 per cento). Interessante notare che le stime di consenso ipotizzavano un incremento dello 0,4 per cento. L’ascesa dell’euro ha trascinato al minimo da quasi due anni la fiducia delle imprese, con l’aumento dei prezzi delle materie prime che erode il potere d’acquisto di aziende e consumatori. Nel terzo trimestre il commercio estero ha sottratto crescita all’economia italiana, con l’import in aumento più dell’export, mentre il passo della spesa dei consumatori è ulteriormente rallentato, come segnala il dato del prodotto interno lordo pubblicato il 7 settembre.
L’Ocse ha rivisto al ribasso le stime di crescita dell’economia italiana per il 2008, con il pil in frenata dall’1,7 (previsto in maggio) all’1,3 per cento. Ma vi sono già alcune case d’investimento (quali BNP Paribas, con l’economista italiano Luigi Speranza, che salutiamo), che ipotizzano una crescita non superiore allo 0,8 per cento. Casualmente, un livello inferiore allo scenario peggiore utilizzato dal Tesoro per la stima del rapporto deficit-pil da presentare all’Unione Europea. In dettaglio, la produzione di beni di consumo è calata dello 0,1 per cento in ottobre, come quella dei beni non durevoli quali l’abbigliamento, mentre quella di beni durevoli, che include lavatrici e frigorifieri, è diminuita dello 0,2 per cento.
E’ interessante notare che, mentre su base annua l’incremento della produzione industriale italiana è dell’1,1 per cento, quando si rettifica il dato per i giorni lavorati si ottiene una contrazione dell’1,5 per cento. Nello stesso mese, la produzione industriale francese è cresciuta del 2,1 per cento mensile (4 per cento annuale), grazie al forte contributo del comparto auto, determinato dal lancio dei nuovi modelli Renault, un effetto già sperimentato in Italia con la Grande Punto e gli altri nuovi modelli Fiat. Nello stesso mese, la produzione industriale tedesca è calata dello 0,3 per cento, meno delle stime di consenso, che ipotizzavano una flessione dello 0,5 per cento, ma su base annua resta un progresso robusto del 5,9 per cento. L’apprezzamento dell’euro colpisce evidentemente soprattutto le produzioni a minore valore aggiunto, storico tallone d’Achille dell’economia italiana.
Abbiamo messo i conti in sicurezza, disse TPS. Abbiamo fatto uscire l’Italia dal tunnel, motteggiò Prodi. Certo, ma ora spostatevi, ché c’è un asino che ha chiesto l’autorizzazione al decollo.