Far salire dallo 0,3 allo 0,35 per cento il prelievo sulle riserve matematiche dei rami vita delle assicurazioni. Così da conseguire un maggiore gettito di 181 milioni nel 2008, 154 milioni nel 2009, 191 milioni nel 2010
e 197 milioni nel 2011. Questa la proposta contenuta negli emendamenti governativi al decreto-legge sulla manovra, presentati alla commissione Bilancio della Camera.
Un emendamento che, ”limitatamente all’anno 2008”, prevede l’innalzamento del prelievo allo 0,39 per cento. ”A titolo di acconto della maggiore aliquota prevista – si legge nella relazione tecnica – i soggetti interessati versano il prossimo mese di novembre un’imposta pari allo 0,05 per cento delle riserve matematiche”. Eccoci di nuovo.
Le polizze vita rappresentano o dovrebbero rappresentare il “terzo pilastro” previdenziale degli italiani. Hanno finora avuto uno sviluppo nel complesso modesto, forse anche per la scarsa trasparenza della loro struttura di costo. Ma il problema è altro: ancora una volta, il governo tenta di fare cassa (per importi peraltro modesti) andando indirettamente ad inasprire la fiscalità di strumenti finanziari, in questo caso dotati di caratteristiche di risparmio previdenziale. L’ultima cosa di cui c’è bisogno, in questo paese, è di manomettere le aspettative dei risparmiatori. Ancora una volta, viene effettuato un intervento estemporaneo, non sistematico, con immancabile “eccezione” di aliquota maggiorata per il primo anno di applicazione.
Vogliamo tornare a discutere sulla “vecchia ideologia” (come la definisce Tremonti) che è alla base della distinzione tra contribuente de jure, il soggetto passivo d’imposta e contribuente de facto, quello su cui effettivamente grava l’inasprimento fiscale? L’assicurato paga alla compagnia di assicurazione un premio, che è la somma del premio puro, dei caricamenti, dei costi per prestazioni accessorie e delle imposte. Ora, le compagnie di assicurazione subiranno, per effetto dell’emendamento governativo, un aggravio d’imposta. Secondo voi (indossate la cuffia ed entrate in cabina, il cronometro partirà tra breve), le assicurazioni sono in grado di recuperare tale maggiore onere fiscale attraverso modifiche sui premi pagati dagli assicurati, o magari anche riducendo il tasso tecnico? Sempre secondo voi, l’assicurato può agevolmente accorgersi di tale maggiore aggravio? E tale maggiore aggravio, traslato sul risparmiatore, ridurrà il rendimento dal medesimo percepito sulla polizza vita? Se avete risposto, in sequenza, si-no-si, avete vinto il premio del “piccolo mercatista” e siete dei “vecchi ideologi”. Se oltre che risparmiatori siete pure operai, potete andare a riscuotere il premio direttamente a via XX Settembre.
Se avete altresì votato questa maggioranza perché esasperati dai continui balzelli infilati nottetempo nei vostri portafogli dalle termiti sinistre, e perché timorosi che il vostro risparmio potesse essere taglieggiato da uno stato socialista incapace di controllare la spesa, rassegnatevi. E cercate una terza via. O un altro paese a cui pagare le imposte.