Conoscere per deliberare

Poiché viviamo un’epoca di sommovimenti epocali, anche l’Università di Siena ha deciso di dare il proprio contributo, annullando l’inaugurazione dell’anno accademico. La decisione è stata presa dal rettore, Silvano Focardi, a seguito della grave “crisi” che ha investito l’ateneo senese dove, negli ultimi mesi, si è sviluppato un bel cucciolo di subprime (o di cigno nero, se volete), presto diventato grande e vigoroso, ed ha assunto le sembianze di un buco di bilancio che oggi pare aggirarsi intorno ai 200 milioni di euro, ma la cifra è da mesi un work in progress.

Ecco perché, come spiega solennemente il Magnifico Focardi,

“Non è il momento di celebrare l’anno accademico in pompa magna anche perché non siamo ancora in possesso dei conteggi definitivi e io mi sarei voluto presentare di fronte alla comunità accademica con un quadro complessivo della situazione che, invece, sarà disponibile solo alla fine del mese di marzo”.

Ricorda un po’ la stima degli attivi tossici, sempre rivista al rialzo ed altrettanto indeterminata e (forse) indeterminabile. E’ anche il trionfo dell’autonomia degli atenei: alcuni presentano i programmi di studio e ricerca, e magari pure conto economico e stato patrimoniale (ché anche la volgare pecunia vorrebbe la sua parte), altri illustrano “programmaticamente” gli ammanchi di cassa e le voragini di bilancio.

Nel frattempo, parte del buco è stato identificato e quantificato: ammonta infatti a 67.324.765,99 euro il  debito contratto dall’Università di Siena con l’Indpap per i mancati versamenti previdenziali. Lo ha annunciato oggi pomeriggio il direttore amministrativo dell’ateneo senese, Emilio Miccolis, nel corso del cda convocato per analizzare lo stato di attuazione del piano di risanamento. C’è motivo di rallegrarsi, però:

“L’ammontare del debito è molto elevato, ma è sicuramente molto più contenuto di quanto paventato in un primo momento”.

Il direttore amministrativo ha poi annunciato che l’Università ha ricevuto 46,3 milioni di euro dal Ministero dell’Università come acconto sul fondo di finanziamento ordinario 2009, e che sono stati accreditati sul conto dell’ateneo altri 35 milioni, quale ulteriore anticipo della stessa voce. In pratica, abbiamo inventato la cartolarizzazione dei contributi statali: viva l’autonomia degli atenei. Miccolis ha poi annunciato altri provvedimenti previsti dal piano di risanamento, fra cui la chiusura di cinque dipartimenti e la sospensione di alcuni contratti di affitto per immobili fra cui quello per Palazzo Chigi Zondadari che si affaccia su Piazza del Campo e che durante i giorni del Palio veniva usato per accogliere gli ospiti dell’ateneo.

In estrema sintesi, par di capire dalle cronache, qui abbiamo un’Università che (tra le altre cose), per alcuni anni ha semplicemente smesso di pagare i contributi previdenziali del proprio personale. Perché? Mistero. Per chiarire il quale, il rettore Focardi ha intenzione di organizzare nei prossimi mesi, in luogo dell’inaugurazione dell’anno accademico, nientemeno che una “giornata di studi” nel corso della quale illustrare la situazione debitoria dell’ateneo in maniera definitiva e presentare ufficialmente tutte le soluzioni adottate per azzerare il deficit e risolvere i problemi. E’ auspicabile che a tale giornata di studi vengano invitati anche magistrati e polizia giudiziaria: il loro apporto sarà decisivo.

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