L’Attorney General dello stato di New York, Andrew Cuomo, continua la sua tignosa investigazione sul “mistero” dei bonus “fuori stagione” che Merrill Lynch ha pagato ai propri dipendenti pochi giorni prima di essere acquisita da Bank of America e di rivelare al mondo la presenza di perdite aggiuntive che hanno determinato la necessità di un ennesimo salvataggio a favore dell’acquirente. Cuomo ieri ha depositato una richiesta al giudice statale per obbligare Bank of America a rivelare l’importo dei bonus pagati ai singoli dipendenti Merrill, dopo i rifiuti ricevuti nelle scorse settimane. Assolutamente istruttivo quanto scritto da Cuomo nell’atto d’accusa.
L’Attorney General sostiene che i traders di Merrill avrebbero “volontariamente” gonfiato il proprio conto profitti e perdite (P&L, Profit&Loss), potenzialmente fino a 8 miliardi di dollari, per migliorare le valutazioni di bonus effettuate a metà dicembre, essendo perfettamente consapevoli che avrebbero in seguito “corretto” al ribasso i propri libri contabili, dopo aver incassato il premio su numeri falsi. L’ufficio di Cuomo scrive infatti che
“Meno di una settimana dopo aver approvato anticipatamente il proprio bonus pool, Merrill ha accertato che sarebbe incorsa in perdite inattese per ulteriori 7 miliardi di dollari per il quarto trimestre 2oo8, in aggiunta agli 8 miliardi già anticipati. Dalle evidenze appare che alcune di queste perdite possono esere state contabilizzate da dipendenti di Merrill Lynch che hanno svalutato i propri portafogli solo dopo la determinazione dei loro bonus per il 2008. Malgrado le enormi perdite inattese, Merrill non ha riconsiderato i propri bonus (che erano stati deliberati ma non ancora pagati), né Bank of America ha richiesto la riduzione del bonus pool. Questi sviluppi materiali non sono stati comunicati agli azionisti della compagnia o ai legislatori che stavano valutando come salvare il sistema bancario americano.”
Giochetto vecchio come il mondo, ma è disarmante che né Merrill né Bank of America abbiano neppure lontanamente pensato a clausole di richiamo (clawback) dei bonus “precoci”. Ecco perché molte banche hanno spostato la determinazione dei bonus ai primi mesi dell’anno seguente, in modo da avere dei numeri almeno parzialmente sottoposti a revisione da poter utilizzare come base per il calcolo dei bonus.
Se Cuomo proseguirà con successo su questa strada, fino ad ottenere prova delle irregolarità, si possono attendere sviluppi penali dall’inchiesta, a carico sia di chi ha materialmente alterato le evidenze contabili (i trader di Merrill Lynch, dei cui Cuomo cercherà di ottenere l’elenco nominativo), sia dei supervisori. Questa è solo l’ennesima evidenza di quanto pervasiva fosse l’illegalità nella pratica operativa delle banche americane, ad ogni livello. Da queste istantanee emerge la necessità di ripensare il sistema dalle fondamenta, non solo in termini di disegno degli incentivi regolatori, ma anche pensando ad idonea legislazione repressiva a tutela del risparmio.
L’America ha avuto molti Ponzi-Madoff davanti ai monitor delle sale operative e nei consigli di amministrazione delle banche. Probabilmente ne serviranno altrettanti dietro le sbarre per tentare di sradicare una follia durata troppo a lungo. Ma visto il modo in cui le banche stanno portandosi al guinzaglio il Segretario al Tesoro pro-tempore (ieri Hank Paulson, oggi Tim Geithner) ottenendo a piè di lista tutto quanto richiesto, è lecito nutrire seri dubbi circa la possibilità di rifondare il sistema.
