L’Ave Maria Growth Fund, che fa parte di un serie di fondi che investono solo in aziende compatibili con i valori della Chiesa Cattolica Romana, ha perso negli ultimi 12 mesi “solo” il 33 per cento, mentre il celeberrimo Vice Fund, che investe in industrie “peccaminose” quali distillerie, sigarette e casinò, ha perso il 42 per cento a 12 mesi, 4 punti peggio dell’indice S&P. L’industria del “vizio”, malgrado tenda a resistere meglio durante le fasi recessive, in questo ciclo è stata danneggiata dal settore del gambling, travolto da valanghe di debiti generati dalla speculazione immobiliare. Di rilievo il fatto che i fondi Ave Maria hanno una politica di investimento che non definisce ciò in cui investire, ma quello che va evitato, come le società che erogano fondi a Planned Parenthood e ad altri gruppi che sostengono la pratica abortiva. In questo modo ha evitato alcuni crash eclatanti, come quelli delle banche e di General Motors. Quel che si dice value investing.
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